L’edificio occupa una superficie di 6.000 m2 e si sviluppa su quattro livelli fuori terra più una copertura piana praticabile. Il pianterreno è quasi completamente aperto, serve a connettere la corte con l’esterno del fabbricato, contiene i collegamenti verticali dell’edificio ed affaccia, in alcuni punti, sull’acqua.
Negli altri livelli trovano posto gli spazi espositivi e tutti i vani funzionali alla vita del padiglione. Il cuore della costruzione è il cortile interno: esso, oltre a offrire uno spazio di vita aperto e protetto, è completamente contornato da delle chiusure verticali vegetate che nelle intenzioni del progettista dovrebbero re-interpretare, in una chiave lessicale contemporanea, il «giardino alla francese».
L’idea progettuale che ha condotto alle scelte compositive e tecnologiche con cui è stato realizzato il padiglione è la volontà di dimostrare delle possibili vie per il concepimento di edifici e città maggiormente sostenibili, e che possano, quindi, ricercare un proficuo rapporto fra elementi naturali – come acqua e vegetazione – e costruiti, per ottenere un miglioramento qualitativo della vita delle persone. Dal punto di vista tecnologico-costruttivo le soluzioni più interessanti riguardano gli involucri.
Le superfici esterne della fabbrica sono concepite come una struttura reticolare-spaziale in acciaio, a maglie romboidali, che avvolge e collega i volumi edilizi sottostanti. Questa si connette alle strutture portanti del manufatto, anch’esse metalliche. La funzione di tale elemento è quella di donare un’immagine morbida e uniforme ad una serie di corpi edilizi che altrimenti si dimostrerebbero frammentari. Interessante la tecnica d’inverdimento delle facciate, che è eseguita mediante delle chiusure verticali vegetate in distacco dalle finestrature a nastro retrostanti: si perviene così ad un sistema di logge verdi che, oltre all’elevato valore figurativo, servono anche alla protezione solare degli ambienti (semiaperti o confinati)situati dietro.
Tale protezione solare fissa è concepita come un insieme di “pilastri verdi”, sospesi da terra e dalla forma non lineare: essi sono collegati alle strutture portanti dell’edificio tramite delle staffe metalliche a sbalzo. La tecnologia d’inverdimento consta di moduli scatolari in materiale polimerico, pre-vegetati e contenenti piante piccolo-arbustive.
da Modulo 385
Crediti fotografici: Jacques Ferrier Architecture