Oltre alla sua intrinseca natura educativa e formativa, il progetto si pone anche come importante intervento di rigenerazione urbana proponendo una sorta di città nella città: gli edifici simbolo del nostro tessuto urbano, infatti, vengono idealmente trasferiti all’interno del progetto. Il complesso è realizzato secondo tre principi generatori: la strategia del non finito, che ha previsto solo un’occupazione parziale della superficie interna permettendo così di implementare nel tempo le attività dell’Opificio; il paradosso architettonico, che contrappone alla visione dello studio scientifico una visione più concettuale e artistica, enfatizzata dalla luce e dalle prospettive; la sinestesia architettonica, che immagina l’Opificio non solo come luogo di studio e di ricerca ma anche per l’esposizione artista, soddisfacendo così simultaneamente l’educazione scientifica e artistica. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, il progetto ha previsto una serie di strategie che gli hanno permesso di essere certificato in Classe A. Il complesso, infatti, grazie a diversi interventi all’involucro esistente attuati per limitarne le dispersioni, necessita di pochissima energia.
Crediti fotografici: diverserighestudio