Rispetto alla tipologia degli ossari esistenti, costituita da un porticato aperto sul grande spazio centrale, i nuovi ossari sono costruiti in forma di blocchi accostati lungo il lato ovest del recinto. I nuovi blocchi si caratterizzano per un’immagine essenziale e minimale in cui natura e artificio si uniscono in uno spazio abitato dalla luce.
I blocchi monomaterici fatti di cemento bianco e marmo di Zandobbio sono espressione di un linguaggio semplice che cerca di rappresentare il senso profondo del monumento ovvero la memoria, il rapporto tra la vita e la morte, la riconoscibilità del luogo, suscitando uno stato d’animo sospeso in una dimensione sacrale inaccessibile. L’accesso avviene tra i vuoti nei volumi, in continuità con il percorso interno che li attraversa e collega.
L’accostamento regolare dei tre blocchi crea un sistema spaziale unitario e al tempo stesso seriale e replicabile all’infinito. La composizione trae origine dalla semplice estrusione della sezione trasversale, rappresentata da un grande portale in cui la parte bassa è definita dalle pareti con le cellette, mentre la parte alta si conclude superiormente con un arco spezzato aperto verso il cielo. I blocchi sono ambienti freddi e aperti.
Crediti fotografici: CN10 Architetti