Il progetto ha valorizzato la dimensione storica dell’edificio e ne ha liberato, con un restauro interpretativo, il linguaggio architettonico più autentico, mentre con gli allestimenti scenografici ci si è occupati di conservare ed esporre le collezioni. Filo conduttore del progetto l’approfondimento della concezione originaria della fabbrica e delle sue trasformazioni nel tempo associate ad una concezione critica e non banalmente conservativa del restauro. L’allestimento stesso è stato concepito pensando al Guarini: è stato mantenuto il carattere aulico degli spazi insediando in essi soltanto funzioni museali primarie, mentre porzioni aggiunte in epoche successive e i nuovi volumi ipogei sono stati dedicati ai servizi generali e direzionali.
L’ipotesi di lavoro nasce dall'intuizione di liberare il piano terra dalle funzioni ad alta frequentazione, portare attraverso la manica Schiaparelli gli ospiti nel ventre del museo (corte ipogea) e da lì accompagnarli attraverso un’esperienza emozionale e culturale verso l’alto delle gallerie restaurate per poi scendere verso il basso.
Crediti fotografici: Andrea Martiradonna