Al suo interno l’edificio non ospita solo le funzioni proprie di una mediateca, ma propone anche una serie di attività pubbliche come sale per esposizioni, laboratori, sale prove per musicisti e un bar-ristorante, che si fondono insieme l’un l’altra, dando vita a un complesso fluido e dinamico dove il pubblico diventa parte stessa del programma.
Esternamente, dietro a un filare di platani, la facciata è concepita come un nastro srotolato che svela le funzioni interne attraverso una serie di concavità che si susseguono e che mettono in relazione spazio interno e spazio esterno, dissolvendo i confini tra spazio privato e spazio pubblico.
Una rampa esterna conduce dal giardino verso l'alto, fino ad una terrazza, punto culminante della “promenade architecturale”, utilizzata d'estate come bar-caffetteria.
L’edificio è composto da una serie di ambienti irregolari e indipendenti che accostati fra loro creano una tensione nello spazio e nel modo in questo viene letto.
Le aree curve, chiamate anche “bolle”, isolate dal resto dell’edificio, dove lo spazio è più fluido e collettivo, ospitano al loro interno funzioni molto specifiche del programma, come ad esempio una zona di narrazione, laboratori di lingua, una sala giochi e una sala per le arti plastiche.
Crediti fotografici: Eugeni Pons, David Romero-Uzeda