Il museo, progettato sulle misure della nave da cui ha preso anche ispirazione, ospita al suo interno lo scafo della nave, vigilato e protetto di vetrate, a cui è stato affiancato la parte di scafo mancante, ossia quella ormeggiata al porto, la quale si presenta articolata su tre livelli nei quali è possibile ammirare i reperti esposti.
Grazie alla scrupolosa campagna archeologica e alla registrazione di ogni singolo reperto, i progettisti hanno potuto ripristinare l’ambientazione originaria negli interni, ricollocando attrezzi, armamenti e oggetti personali nelle loro posizioni originarie.
L’edificio, con la sua altezza limitata, si integra nel contesto urbano per proporzioni e scala. Il tetto, infatti, con la sua forma a conchiglia in metallo, riduce il volume interno dello spazio che deve attenersi a precisi standard di eco-compatibilità per la conservazione dello scafo.
Al corpo del museo si affiancano due padiglioni rettangoli: il primo ospita al loro interno la reception, una caffetteria e uno shop, mentre il secondo ospita un centro ricerca e una sala impianti.
Crediti fotografici: WilkinsonEyre, Hufton+Crow