In un contesto assolutamente differente da quello fortemente rappresentativo del nucleo della capitale francese, secondo un disegno territoriale destinato ad incrementare la ricettività e l’attrattività di borghi minori, il complesso progettato da SANAA con la collaborazione dello studio newyorkese Imrey Culbert condivide l’ambizioso proposito che aveva mosso la costruzione del Guggenheim di Bilbao.
Dotare la regione di Nord-Pas-de-Calais di un simile polo equivale a rivitalizzare un’area poco ricettiva, seguendo una tendenza di dislocamento di importanti funzioni già in atto da alcuni anni nelle principali nazioni europee.
Con metodi tuttavia del tutto differenti da quelli perseguiti da Frank Gehry nella sua più celebre opera, il Louvre Lens si caratterizza per una geometria sintetica, per linee nette ed essenziali: non vi è niente della titanica morfologia o sagoma della celebre icona basca; non vi ritornano le soluzioni scultoree protagoniste né i virtuosismi materici.
Il centro museale, nella rigorosa composizione volumetrica, acquista una valenza imponente e maestosa nella semplicità delle linee e nella sequenza misurata delle facciata dei cinque fabbricati che compongono il nuovo comparto.
L’intervento si configura come una successione di padiglioni bassi, ad un solo livello, che occupano un campo di 153 acri abbandonato a seguito di un precedente utilizzo come miniera. Il ritmo di pieni e vuoti, la decomposizione di un classico edificio dalla tipologia a C come potrebbe essere l’immediato riferimento del Louvre fanno di questo museo il naturale e contemporaneo prolungamento del comparto di Parigi.
A Lens i corpi edilizi si dissolvono nella natura e creano un continuum tra interno ed esterno, riflettendo tramite l’involucro o assorbendo negli ambienti delle mostre la vegetazione del parco, la luminosità e le condizioni atmosferiche.
Il trattamento della pelle architettonica, in pannelli di vetro e alluminio anodizzato, sembra ricalcare uno dei grandi propositi di questa nuova sede: la volontà di insegnare ai visitatori come guardare alle opere d’arte si fissa in prima istanza nell’educazione alla considerazione del contesto naturale immediatamente adiacente. Il padiglione centrale, di forma quadrata, è il nucleo di ricezione, la hall di ingresso ed il foyer, contenente anche bookshop, caffetteria e servizi.
I corpi rettangolari contengono invece le gallerie e le sale dove le esposizioni temporanee di collezioni provenienti dalla sede centrale hanno luogo. Tutto è contenuto tra pavimento e tetto, tra superficie calpestabile e copertura: lastre sottili e piane che inquadrano la visuale verso l’esterno mentre il recinto è ora opaco, ora di una trasparenza impalpabile.
Crediti fotografici: Julien Lanoo, Hisao Suzuki, Iwan Baan