HEADQUARTERS AMPLIFON -

Il progetto, partito con lo scopo di riqualificare per l’azienda uno spazio pilota di uffici, si è concluso in un intervento integrale che ha coinvolto anche gli esterni di quest’ultimo, incidendo sulla relazione con il contesto urbano in cui si colloca.
La parola che meglio di tutte descrive il progetto di riqualificazione dell’Headquarters Amplifon di via Ripamonti a Milano, è evoluzione.
Lo spazio pilota, da progettare in un’ala inutilizzata dell’immobile, doveva interpretare le necessità del cliente di spazi di lavoro più collaborativi, comunicativi e tecnologici. L’intervento di 967arch ha introdotto un cambiamento nelle modalità di lavoro dei dipendenti, passando dal modello anni ’90 delle postazioni di lavoro in uffici chiusi, a quello dell’open space che prevede aree operative ed aree di supporto come meeting room, phone booth, aree copy, informal meeting, break e kitchenette, sale training.
L’introduzione di materiali che potessero dare il comfort adeguato ai fruitori, di elementi di grafica statica e digitale, di arredi e finiture che esprimessero una nuova immagine aziendale, sono state le linee guida del progetto che oltre al positivo riscontro degli utenti, ha contribuito alla crescita del numero dei dipendenti, convincendo Amplifon ad applicare tale trasformazione a tutti gli 8000 mq dell’edificio.
Il progetto è quindi proseguito fino al 2022, seguendo un iter lungo e complesso dovuto al fatto che gli uffici sono sempre rimasti attivi e si è dovuto trovare il modo di conciliarne l’operatività con i lavori di cantiere. Nella riorganizzazione delle macro funzioni ha avuto un forte impatto l’esternalizzazione del magazzino posto al piano terra. La diretta connessione di questo spazio con il giardino interno e il carattere industriale dato dalle altezze generose, dai portoni in ferro e vetro, dai solai in predal, hanno dato lo spunto per pensare ad un ricollocamento in quest’area, della mensa che occupava una zona uffici al piano primo.
Il pensiero di una nuova mensa non poteva esser slegato dai ragionamenti già fatti per il resto del building: anche questo spazio, oltre che un luogo in cui consumare cibo, è stato pensato come spazio conviviale di incontro dove rigenerarsi, collaborare e confrontarsi. Cosi, la tradizionale mensa per i dipendenti è diventata un ristorante aziendale chiamato Eat&Meet proprio per rimarcare il forte legame tra il cibo e le relazioni sociali. L’ampiezza degli spazi ha consentito di prevedere oltre a tutte le aree di servizio e preparazione del cibo, una zona di distribuzione free flow, tavoli riconfigurabili, una sala riservata, un bar e un ampio dehor affacciato sul giardino della corte interna.
Alcune caratteristiche salienti di questo spazio, in precedenza occupato da un magazzino, sono state volutamente mantenute ed enfatizzate dall’introduzione di materiali tecnologici, impianti a vista, arredi fissi con telai in metallo e pavimenti in legno industriale. L’ultima fase del progetto di riqualifica ha coinvolto infine gli esterni dell’edificio: le facciate ed i cortili, connotati dall’estetica anni ’90. Il sistema di facciata continua è stato mantenuto al fine di garantire tutte le prestazioni termiche, acustiche e di isolamento dall’acqua piovana. Si è intervenuti quindi applicando un’ulteriore pelle esterna a copertura dei riquadri in lamiera nera che mostravano stonalizzazioni di colore e macchie dovute ad agenti atmosferici e smog. L’intervento ha previsto la realizzazione di una sottostruttura agganciata ai montanti esistenti, a cui sono stati fissati i nuovi pannelli in materiale composito con finitura metallica.
L’accostamento randomico dei nuovi pannelli, spezza la rigida modularità preesistente e delinea una grafica frammentata e dinamica quasi a ricordare le oscillazioni di un’onda sonora, rimarcando l’identità di un’azienda leader nel settore degli apparecchi acustici. Anche la scelta di un colore chiaro bronzato che cambia con il mutare della luce naturale, mette in risalto la dinamicità dell’intervento, facendo sembrare l’edifico sempre diverso. I toni più o meno bronzati si ritrovano nei rivestimenti originali in pietra piasentina che caratterizzano alcuni volumi del basamento.
La versatilità del pannello composito ha consentito di utilizzarlo anche per la realizzazione di elementi di completamento come i portali di ingresso, gli imbotti delle finestre, gli archi a copertura dei terrazzi e dei camminamenti, caratterizzando con un unico linguaggio tutte le parti dell’edificio.
Nazione:
Progettista Architettonico: 967 ARCHITETTI ASSOCIATI
Status: REALIZZATO
Pubblicato su Modulo 442 - Marzo/Aprile 2023