La “diversità” coltivata dal Giappone è un grande potenziale per un contributo alle questioni globali legate alle problematiche delle risorse alimentari. Il Giappone partecipa a EXPO Milano 2015 con il tema “Harmonious Diversity”, materializzato nel padiglione disegnato da Atsushi Kitagawara.
L’uso di una risorsa rinnovabile come il legno collega il padiglione al tema della manutenzione e della protezione delle foreste. Sin dai tempi antichi in Giappone, il satoyama (boschi naturali che coesistono con vicine aree popolate) ha rappresentato la stretta relazione tra stile di vita e sfruttamento delle foreste. Queste comunità hanno favorito lo sviluppo di una società votata agli ideali del riciclo. La griglia tridimensionale in legno che caratterizza l’immagine del padiglione giapponese simboleggia proprio l’origine della diversità giapponese, una sorta di “ciotola della diversità”.
La stupefacente facciata lignea è una costruzione veramente innovativa che fonde la tradizionale cultura giapponese a tecnologie avanzate: è in assoluto il primo caso in cui vengono utilizzate sia le conoscenze costruttive tradizionali per strutture in legno, sia le moderne analisi e tecniche realizzative nell’impiego del “metodo della tensione compressiva” (esemplificato dalla struttura dell’antico Tempio di Horyuji).
I punti chiave della costruzione sono prefabbricazione, eco-sostenibilità, facilità di trasporto, montaggio a secco, velocità di posa e autoportanza.
Concepito dall’Arch. Atsushi Kitagawara ed elaborato dalla società Ishimoto Architectural & Engineering Firm Inc., entrambe di Tokyo, la commessa è stata affidata al general contractor Takenaka Europe Gmbh. L’ingegnerizzazione delle pareti tridimensionali e la realizzazione delle stesse è stata assegnata alla ditta Galloppini Legnami srl di Borgosesia (Vercelli). Prof. Marco Imperadori e Politecnico di Milano sono stati incaricati quali consulenti per il calcolo strutturale e lo sviluppo del progetto della facciata, elemento fortemente caratterizzante dell’intero edificio.
Per le facciate sono state utilizzate quasi 20.000 travi, lunghe 2,38m cadauna, in legno lamellare di larice proveniente dal Giappone (dalla regione di Fukushima), con una sezione quadrata da 120mm, lavorate in Italia con modenri impianti a controllo numerico.
I collegamenti con le fondazioni e le deformazioni delle strutture sono stati analizzati in modo particolare, sia attraverso un’analisi di simulazione a computer con la discretizzazione ad elementi finiti, sia con la realizzazione di un mock-up alto 6 m e largo 4 m. Ciò ha consentito di affrontare problematiche costruttive, ma soprattutto la verifica dei dati previsionali ottenuti tramite calcoli e modelli digitali.
Crediti fotografici: Atelier2