Primo elemento che caratterizza il progetto è il nuovo design del corpo basso su via Piranesi che, con i suoi 100 metri di lunghezza, si presenta come elemento di comunicazione “Plug Building” delle attività che si svolgono all’interno del complesso.
La mancanza di carattere di questo volume è stata risolta attraverso due operazioni: la “bagnatura” dell’edificio in un bagno nero petrolio che investe tutto, muri, serramenti, profili, cercando di annullare tutto ciò che potrebbe costituire ragionamento architettonico ed elevando il volume a buco nero da cui venire risucchiati, e la sovrapposizione di una nuova “pelle-pellicola” di vetro lucido che gioca cromaticamente con la monotona geometria del prospetto sottostante. Il basamento sottostante è stato ridefinito attraverso nuove e profonde aperture che rendono l’intero fronte maggiormente permeabile e trasparente.
L’intervento sul retrostante Palazzo del Ghiaccio, invece, ha previsto la trasformazione dell’ampio spazio interno in uno spazio polifunzionale per accogliere eventi e manifestazioni. In particolare, i progettisti si sono concentrati sui due volumi addossati al palazzo dove il foyer, il bar e il ristorante e gli spazi espositivi sono concepiti come gallerie che si affacciano sul suggestivo spazio centrale.
Infine, per quanto riguarda il Palazzo dei Frigoriferi, il progetto ha previsto la completa rifunzionalizzazione di tutti i livelli e il ridimensionamento e la localizzazione dei precedenti depositi che hanno dato la possibilità di creare una sorta di “gola” di collegamento di 20 metri di altezza che, caratterizzata da una geometria variabile realizzata con una tecnologia navale, mantiene l’originale indole introversa dell’edificio connettendo le attività di custodia e i servizi per l’arte situate nei primi tre piani con gli uffici logistici dell’attività, lo spazio espositivo e il ristorante situati nei piani superiori.
Crediti fotografici: Ernesta Caviola