Il FRAC, spazio di ricerca e di divulgazione, piattaforma per la formazione e per lo scambio, strumento di difesa della conoscenza, cela dietro l’involucro permeabile una macchina destinata a valorizzare e rafforzare l’istituzione che conserva la più grande collezione pubblica di arte contemporanea in territorio francese.
Il progetto di Kengo Kuma trae ispirazione dalla più simbolica architettura mai realizzata a Marsiglia (l’Unitè d’Habitation di Le Corbusier) e assorbe al proprio interno l’idea dei percorsi e di vicoli galleggianti che connettono le funzioni e si aprono in terrazze panoramiche.
L’edificio, che si estende su una superficie di 3895 metri quadri in lotto angolare su Boulevard Dunkerque, restituisce così l’idea di città, di un groviglio ordinato di vicoli e piazze che si susseguono senza soluzione di continuità riconnettendosi al tessuto pubblico esistente.
Il volume, scomposto in un corpo più basso e in una torre sulla piazza, ospita al suo interno un museo, una sala conferenze, un centro di documentazione, un ufficio e un bar.
Il rivestimento esterno, che rende omogenei i due volumi, è composto da 1500 pannelli bianchi di vetro smaltato riciclato che misurano 63x26 centimetri. I pannelli, realizzati in collaborazione con l’artista Emmanuel Barrois, sono diversi per forma in modo da accentuare l’effetto plastico del fronte e da garantire una differente rifrazione della luce. Questo tipo di trattamento genera l’effetto visivo di scomposizione della facciata.
Gli spazi interni invece si caratterizzano per la prevalenza di superfici in cemento armato a vista, unito a montanti in acciaio e rivestimenti in lamiera stirata. Alle due sale espositive si aggiungono due aree all’aperto, destinate alla sosta e all’intrattenimento, delle quali una si apre a mezza altezza del volume di testa (la Terrasse urbaine) e l’altra sulla copertura del primo piano.
Crediti fotografici: Nicolas Waltefaugle