L’intervento punta così a definire un nuovo prototipo sperimentale di facciata, capace di riscrivere il significato tipologico del Centro Commerciale cinese e suo rapporto con la città e di porsi in tal modo come modello inedito di applicazione per l’intero Paese.
La nuova facciata è concepita come un elemento progettuale stratificato, dotato di uno spessore tridimensionale e di una complessità concettuale e tecnologica che lo rendono capace di interagire con la storia e il paesaggio urbano in maniera profonda e inclusiva.
In tal modo Stefano Boeri Architeti China sviluppa un approccio del tutto innovativo al tema dell’interfaccia architettonica, completamente diverso rispetto a quello del tradizionale, complanare e impermeabile schermo curtain-wall e delle sue molteplici derivazioni, tanto diffuso prima in ambito anglosassone e poi a livello globale e globalizzante.
Sul piano della comunicazione simbolica, la “superficie tridimensionale” qui sperimentata in facciata propone anche un diverso modello di approccio al consumo: più calibrato, riflessivo e attento alle differenze rispetto al diffuso e omologante fast-moving consumer goods, indifferente rispetto alle culture e alle specificità locali.
Nel caso specifico dell’Easyhome Lize New Retail Experience Mall, la facciata viene ripensata come una sofisticata interfaccia a più livelli: non solo tra l’interno e l’esterno dell’edifico ma idealmente tra la Cina e l’Italia, ovvero tra il contesto locale e l’immaginario qui evocato dello stile italiano, nella sua figurazione più moderna.
L’intero edificio, situato sulla Terza Circonvallazione Ovest di Pechino e dedicato all’arredo Made in Italy, è così rivestito da grandi pannelli rettangolari bianchi in GRC (un materiale composito che unisce le caratteristiche di resistenza a compressione della matrice cementizia con la resistenza a trazione delle fibre di vetro) e trattata con una partitura di elementi verticali a tutta altezza, che scandiscono un ritmo musicale percorrendo il grande perimetro.
L’impronta a prima vista monumentale della soluzione compositiva, che richiama i linguaggi e la luminosità del primo razionalismo italiano, a un’osservazione più attenta si rivela un’efficacie dispositivo per rompere la grande massa unitaria del complesso e renderlo così più domestico e famigliare.
L’inserimento di una serie di elementi a variazione del tema – una curvatura in angolo, uno slanciato portale svasato, le superfici riflettenti in vetro scuro, ecc. – amplificano l’armonia figurativa e richiamano i caratteri di differenza e complessità che caratterizzano una vera e propria parte di città, capace di dialogare con la molteplicità di stili di vita che le ruotano attorno.
In tal modo, utilizzando il Mall un po’ come un grande strumento musicale, il progetto amplifica il grande tema compositivo del ritmo, proprio alle stesse radici del razionalismo, in una maniera nuova e implementata. La musicalità essenziale e alternata delle parti in scansione orizzontale definisce infatti una sorta di super-partitura, articolata in più “movimenti” – replicati in altrettante varianti materiche e compositive su tutte le facciate –, ciascuno dotato di variazioni, intervalli, aperture e scale, che dialoga con la polifonia urbana circostante e nello stesso tempo comunica all’esterno la varietà funzionale interna del mall.
Crediti fotografici: Paolo Rosselli