DAI - istituto archeologico germanico -

La sede del DAI in via Sardegna a Roma è stata realizzata nel 1962 dall’impresa Pasqualucci, in base ad un progetto firmato dall’architetto Karl Georg Siegler e dall’ingegner Enzo Giannini per la parte strutturale. Architetto e ingegnere si avvalsero della consulenza dell’architetto Annibale Vitellozzi, in quegli anni progettista di importanti opere romane.
Il DAI è il primo edificio costruito dalla neonata Repubblica Federale di Germania al di fuori dei propri confini nazionali dopo la II guerra mondiale. Le caratteristiche architettoniche dell’edificio raccontano il periodo storico, in particolare l’esigenza del periodo di realizzare un edificio altamente rappresentativo ma al contempo estremamente sobrio e razionale, privo di qualsiasi forma di retorica monumentale. L’edificio ha una pianta costituita da due rettangoli accostati.
Originariamente il palazzo sorgeva su due terreni di proprietà e dimensioni differenti; era caratterizzato da due sistemi strutturali distinti, separati da un giunto: uno tradizionale, a gabbia di cemento armato; l’altro più innovativo, costituito da una fila di pilastri centrali che sorreggevano, e sorreggono, una trave principale su cui si innestano solai nervati a pignatte e travetti in cemento armato sorretti sulle due facciate da sottili pilastri La differenza tra i due sistemi è tuttora evidenziata nella facciata posteriore dallo scarto volumetrico e dal diverso trattamento dei prospetti, mentre è del tutto dissimulata nella facciata principale su via Sardegna che risulta unitaria e scandita dal passo regolare dei pilastri.
Il prospetto dell’edificio è caratterizzato da un basamento scuro, leggermente arretrato e rivestito in marmo serizzo antigorio grigio a spacco, ed è sormontato da un volume chiaro rivestito in parte in travertino romano e in parte in marmo di Carrara. Il volume principale è diviso orizzontalmente in 2 parti quasi identiche, scandite da 23 campate di sottili pilastri rivestiti in marmo alte due piani, a suggerire un ordine gigante. La sala conferenze, invece, è evidenziata in facciata dalla presenza di finestre a doppia altezza.
L’edificio, lungo complessivamente 52 metri e largo 18, si sviluppa su 5 livelli fuori terra, a cui si aggiungono un attico e due piani interrati per complessivi 6 mila metri quadri di superficie.
All’interno l’Istituto Archeologico Germanico accoglie numerose funzioni: una biblioteca a libera consultazione con tre sale di lettura; due piani di magazzini e depositi di libri; una fototeca per le immagini e i negativi; una sala conferenze da 150 posti; una sala con il fondo Platneriano utilizzabile anche come sala conferenze da 50 posti; uno spazio espositivo per mostre temporanee; 35 uffici per complessivi 50 addetti; una foresteria in grado di accogliere 8 ricercatori; un alloggio per il custode; un garage interrato; un giardino interno e un soggiorno comune con una terrazza per eventi.
L’edificio è stato considerato un modello di efficienza fino ai lavori svolti durante i primi anni di questo secolo. Nel corso dello svolgimento di indagini sui massetti per un cambio di pavimentazione, si scoprì invece che la struttura in cemento armato degli anni ’60 era stata realizzata in modo sperimentale, senza armature a taglio, e sicuramente non rispettosa delle più recenti normative antisismiche.
Inoltre la Germania aveva appena promulgato un decreto per tutelare la sicurezza dei lavoratori e degli ospiti nelle sedi di istituzioni all’estero insistenti in zone sismiche, di qui la decisione da parte delle autorità di Berlino di adeguare l’edificio alle più attuali norme antisismiche.

L’adeguamento strutturale
Ha comportato la sfida speciale di consolidare i telai senza smontare la facciata principale, restaurata nei primi anni del XXI secolo.
La risposta a questa sfida è stata una combinazione di sceltevolte al più attento recupero dell’efficienza delle strutture esistenti:
- eliminazione del giunto tra i due sistemi strutturali dell’edificio creando un unico sistema;
- demolizione e ricostruzione dei due principali corpi scala esistenti;
- realizzazione di due nuovi giunti sismici con gli edifici limitrofi;
- realizzazione di strutture verticali supplementari nelle zone che necessitavano di maggiore irrigidimento;
- cerchiatura di pilastri e travi esistenti;
- consolidamento di tutti i travetti dei solai nervati;
- inserimento, ove necessario,di travi a spessore nello spazio tra i travetti.

Gli impianti
Altro elemento di complessità è stato integrare l’architettura con la poderosa dotazione di impianti, resa ancora più complessa dalla ridotta altezza interpiano dell’edificio. Sono stati assicurati spazi adeguati per l’impiantistica intervenendo con:
- la realizzazione di quattro nuovi cavedi verticali per la distribuzione degli impianti;
- dedicando metà della superficie dell’attico a locali tecnici per alloggiare il gruppo frigo, le due unità di trattamento aria e la centrale idrica.

Oggi il comfort ambientale del DAI è garantito da una combinazione di sistemi e impianti, articolato in pavimentazioni radianti integrate con fan-coil per compensare picchi di temperature e consentire regolazioni individuali, e da un impianto di trattamento e ricambio d’aria realizzato nelle due sale conferenze, nelle tre sale lettura, nella fototeca e nello spazio mostre.
La sicurezza antincendio è garantita da un sistema di rilevazione incendi misto, sia ottico che ad aspirazione; un impianto di spegnimento a gas inerti per i locali di stoccaggio dei libri; un impianto di spegnimento a water-mist per le sale lettura delle biblioteche.
Inoltre, la normativa antincendio ha imposto la realizzazione di ulteriori scale e vie di fuga compartimentate, con un notevole impatto sulla distribuzione originaria dell’edificio.
Nazione: ITALIA
Tipologia: CULTURA ED EVENTI
Status: REALIZZATO
Inaugurazione: 2023