L’edificio si attesta esattamente all’incrocio delle vie Pjeter Bogdani e Vaso Pasha, nel cuore del Blloku, uno dei quartieri più importanti di Tirana, passato nel periodo post-comunista da area militare ad accesso limitato a zona nevralgica della vita pubblica della città grazie alla proliferazione, tra gli isolati regolari che lo caratterizzano, di servizi, negozi, bar e ristoranti.
Proprio su queste due vie, sono posizionati gli ingressi principali all’edificio, sia per la parte commerciale che per gli uffici.
Al piano terreno, la pianta quadrata, di circa 30 metri per lato, presenta una significativa variazione: il taglio dell’angolo, in corrispondenza dell’incrocio tra gli assi stradali e dell’entrata principale, crea una piazza semi coperta in continuità con il marciapiede, invitando i cittadini ad accedere allo spazio commerciale grazie all’uniformità di pavimento tra esterno ed interno.
L’eccezione di pianta nell’attacco a terra si propaga al primo piano del volume, sempre occupato da negozi, ove il fronte ovest dell’edificio si inclina per raccordarsi al piano superiore, che torna, invece, a configurarsi come un quadrato. La piegatura della facciata vetrata e dei suoi montanti genera uno spazio di sosta su piano inclinato, dove un sistema di sedute, letteralmente appoggiate alla struttura di facciata, dà la possibilità di apprezzare la città e lo spazio pubblico sottostante da una prospettiva inedita.
L’edificio si sviluppa con una pianta quadrata regolare per i successivi cinque piani, adibiti ad uso uffici, e culmina, al settimo piano, con un Roof Garden Restaurant.
L’identità dell’edificio è fortemente caratterizzata dal suo speciale involucro che contribuisce a renderlo riconoscibile ed unico all’interno dello skyline e, allo stesso tempo, altamente performante dal punto di vista delle prestazioni termiche, grazie al sistema tecnologico della “doppia pelle”.
La “prima pelle” consiste in un curtain wall, una facciata continua in vetro che provvede ad isolare adeguatamente l’edificio dal punto di vista termico e acustico; la “seconda pelle” è invece costituita da un sofisticato sistema tecnologico di schermatura in alluminio anodizzato composto da moduli quadrati di 110 centimetri di lato, oscuranti solo per la metà della loro superficie grazie ai triangoli tridimensionali saldati al loro interno.
“L’effetto che ne deriva è quello di una superficie vibrante e cangiante, una trama di triangoli di alluminio che giocano con la luce del sole restituendo riflessi con diverse sfumature di colori”, spiega Stefano Boeri.
Ognuna delle piccole vele metalliche che compongono il rivestimento ha un orientamento differente che permette di filtrare la luce solare garantendo agli ambienti interni l’illuminazione ottimale in base alla destinazione d’uso e rende l’edificio sempre inedito rispetto ai molteplici punti di vista urbani possibili.
“Questo particolare involucro, progettato ad hoc per il nostro primo progetto albanese, è essenziale nel determinare l’unicità dell’edificio e contribuisce a sottolinearne il ruolo di nuovo punto di riferimento all’interno del quartiere”, aggiunge Francesca Cesa Bianchi, Project Director di Stefano Boeri Architetti.
La costruzione verrà interamente seguita dalla sede di Tirana di Stefano Boeri Architetti che ha già firmato “Tirana 2030”, nuovo piano regolatore del capoluogo albanese con UNLAB e IND e che sarà impegnata, dopo aver vinto un concorso internazionale, a realizzare tre scuole che diventeranno i nuovi epicentri della vita socio-culturale della zona nord-occidentale della città.
Crediti fotografici: Stefano Boeri Architetti