Il nome del progetto completato nel giugno 2012 a seguito del concorso internazionale “New Housing New York Legacy Project” non fa altro che richiamare un sistema di piccoli parchi, aiuole, e appezzamenti a giardini che definiscono una vera e propria sequenza: a partire da una sorta di anfiteatro collettivo ubicato nella corte, gli inquilini salgono verso la copertura verde attraversando frutteti, aree piantumate a conifere, giungendo, mediante un cammino del tutto ecologico, sino alla sommità della terrazza, agibile e di nuovo erbosa.
I 222 appartamenti che il comitato direttivo interdisciplinare della competizione definisce “a buon mercato, sostenibili e ripetibili” sono connessi, delimitati, letteralmente invasi da una sostenibilità innanzitutto perseguita mediante la cosiddetta “green way”.
L’influenza di Le Corbusier, le sue unitè d’habitation, le sue spazialità prospettiche, le sue sperimentazioni funzionali, ritornano nel complesso progettato dallo studio Grimshaw in collaborazione con il gruppo newyorkese Dattner Architects: qui, tuttavia, l’architettura definisce il suo confronto con la natura includendola, assorbendola, eliminando un limite netto e risoluto tra le parti.
L’edificio promuove piuttosto la loro compenetrazione, fusione e combinazione ma i tagli degli alloggi, su due piani e con due camere da letto, richiamano immediatamente il modello abitativo fissato dal maestro del modernismo a Marsiglia. Corridoi centrali, ricavati nella mezzeria della profondità del fabbricato (14,50 m), distribuiscono appartamenti su entrambi i lati, tutti dotati di balconi e logge esterne: la loro successione consegna un fronte estremamente dinamico, la cui variazione è incrementata anche dalla forma a scala del comparto, che si innalza da nord a sud procedendo da abitazioni a tre piani fino ad una torre di venti.
Ventilazione ed illuminazione naturale sono così equamente garantite a tutte le unità i cui costi sono stati contenuti mediante numerose soluzioni tanto di natura tecnica che conseguenti a mirate scelte amministrative di investimento.
Collocato infatti su un lotto urbano ceduto dal comune, il complesso residenziale è in gran parte realizzato mediante elementi prefabbricati standard, che ne hanno decretato la facilità di esecuzione e la ripetibilità: pilastri e solette, così come pannelli dell’involucro compositi in legno, cemento e metalli, sono realizzati in fabbrica e successivamente assemblati in cantiere.
Accolto come un progetto pilota, “uno dei complessi residenziali economici più progrediti del paese dal punto di vista ambientale” - secondo le parole di Michael Bloomberg – l’intervento Via Verde è già considerato un esempio da replicare ancora prima che i suoi alloggi siano occupati dagli inquilini.
Crediti fotografici: David Sundberg, Vanni Archive