Proprio i vincoli urbani e geologici hanno condizionato e indirizzato le scelte progettuali, consigliando di abbandonare la strada dell’edificio tradizionale per dirigersi verso un organismo che configurasse in modo fisico e quasi plastico l’integrazione di attività e funzioni diverse, di spazi a prevalente uso pubblico con gradazioni di uso sempre più privato, di edifici legati da relazioni strette ed evidenti, ma diversificati dal linguaggio delle loro architetture.
L’edificato poggia su un blocco di quattro piastre di garage, la cui copertura costituisce una sorta di "linea di galleggiamento" del complesso architettonico, al di sopra della quale si elevano due complessi edificati ben distinti, ambedue articolati in modo da lasciare ampi spazi aperti al proprio interno.
Lungo una delle vie che circondano l’insediamento si innalza un edificio di residenze, negozi e uffici collegato, attraverso due ponti pedonali, direttamente alla strada e strettamente legato al sistema di percorsi e piazze interne, ai garage sottostanti e ai parcheggi pubblici. Le unità residenziali sono complessivamente 34. Il blocco degli uffici è destinato ad attività direzionali, si articola su due piani ed è coronato da una copertura vegetale con duplice funzione: la prima di ordine paesistico-ambientale, data l'incidenza sul profilo del paesaggio, l'altra con funzione di isolamento naturale.
Si tratta di un progetto basato soprattutto sulle relazioni, ed in particolare sulla complessità e molteplicità delle relazioni: con il paesaggio, con l’area di progetto e tra le parti dell’edificato.
Proprio il rapporto tra i tessuti edilizi diversi e gli spazi aperti a varia destinazione, finisce per creare una trama di spazi e volumi che acquistano la valenza del tessuto urbano.
In questo senso il progetto può essere letto anche attraverso la stratigrafia dei piani, partendo dalla quota di riferimento della via S. Martini e scendendo fino al fondo della sottostante vallecola.
Il nuovo insediamento è progettato per facilitare in ogni direzione la percorribilità e l’attraversamento.
Crediti fotografici: Nepi Terrosi Architetti Associati