Per realizzare l’imponente costruzione sono stati usati 30mila metri cubi di cemento armato, 22 archi in pietra dei quali 17 portanti, 1.320 blocchi in pietra di Apricena, 60mila chili di acciaio, 500 metri quadrati di vetro. Come capienza, la grande chiesa è inferiore solo alla Basilica di San Pietro, e contiene al suo interno 6.500 fedeli seduti su 1.682 banchi e all’esterno, sul sagrato, possono stare 30-40mila persone in piedi, ma tutti in grado di poter guardare l’officiante tra le quinte formate dagli archi in pietra di Apricena. Alla chiesa si accede attraverso un viale pedonale largo otto metri, rettilineo, affiancato da un doppio filare di cipressi, ai cui lati sono sorti terrazzamenti di aree a verde attrezzate per la sosta e il riposo dei pellegrini. Al termine di questo percorso si trova una grande croce in pietra di Apricena, composta da 70 conci. Il sagrato è a forma triangolare con pendenza verso l’interno dell’aula liturgica e si ricongiunge con il sagrato storico del Santuario “Santa Maria delle Grazie”. Il progetto illuminotecnico sottolinea questa connessione tra ambienti esterni ed interni. L’illuminazione è diffusa, con apparecchi a sospensione che creano una sorta di ribassamento delle volte. Un taglio di luce forte sull’altare concentra l’attenzione sull’officiante. Nella notte la chiesa è illuminata con proiettori al suolo e dalla luce che esce dalla vetrata. La grande croce, il muro del viale di accesso, le campane segnalano lontano il luogo.
Crediti fotografici: Milan Ingegneria