Il tema da sviluppare era quello della trasformazione di un complesso industriale per adattarlo alle nuove esigenze produttive, riqualificando l’immagine architettonica secondo la filosofia dell’azienda che fonda sulla qualità globale la propria organizzazione; architettura e tecnologia, ambiente di lavoro e natura, produzione e gestione, relazioni che dovevano trovare una risposta nel progetto.
Inoltre, la produzione industriale doveva continuare senza avere interferenze con il cantiere.
L’intervento realizzato per il centro ricerche ridefinisce l’immagine del capannone con una facciata ventilata sui lati lunghi, rendendo completamente vetrato il prospetto con il nuovo ingresso, mentre la sistemazione esterna del verde e dei parcheggi focalizza la vista sull’edificio.
Un nuovo ingresso carrabile è stato il pretesto per modificare la percezione di tutto il complesso e contemporaneamente ha reso possibile l’organizzazione del cantiere.; le sistemazioni del verde e delle aree di parcheggio modellano il terreno che degrada lentamente sino a lambire il centro ricerche con il suo ingresso pedonale.
Si viene così a creare uno stretto rapporto tra interno e esterno; la facciata vetrata a sud-est, proietta gli spazi interni verso l’esterno e viceversa.
Il capannone esistente, con pianta rettangolare di 43X90 m, è stato aperto completamente sul lato corto a sud-est, mentre sul lato opposto sono stati sistemate tutte le centrali e gli impianti.
Appena si entra nell’edificio ci si ritrova in un grande spazio a doppia altezza dal quale si ha una percezione simultanea di tutte le attività: l’orientamento risulta intuitivo e immediato attraverso un asse longitudinale che distribuisce a tutte le funzioni.
Uffici e laboratori sono posti in collegamento fisico e visivo da pareti vetrate a tutta altezza sia al piano terra che al primo.
Le varie soluzioni architettoniche hanno dovuto rispondere alla logica dell’industria, dove costi, tempi e qualità dei materiali devono essere essenziali senza lasciare posto al superfluo.
Tutto l’edificio è rivestito da una facciata ventilata realizzata con una lamiera ondulata, mentre la facciata vetrata dell’ingresso è articolata con varie trasparenze.
In questo punto le strutture interne si rastremano per ridurre il loro ingombro e si raccordano alla vetrata che viene retta da una serie di pilastri in acciaio che diventano anche i supporti per i frangisoli esterni e le passerelle per le manutenzioni.
L’intervento rappresenta un tipo di architettura sostenibile ed ecologica; trasformare un capannone prefabbricato con caratteristiche edilizie modeste in un centro ricerche che avesse oltre a una differente immagine anche qualità tecniche rispondenti alle nuove esigenze funzionali.
Crediti fotografici: Frigerio Design Group