I confini esterni del fabbricato preesistente sono rimasti invariati ma il suo volume è stato frammentato in quattro blocchi, al fine d’ottenere una miglior interazione col tessuto urbano e porsi in relazione col vicino quartiere universitario.
L’azione progettuale è quindi consistita nella ridefinizione delle chiusure esterne e degli ambienti interni, e nell’integrazione dell’edificio con una struttura metallica che parte dal tetto, integra le facciate e giunge a terra. I tralicci metallici spioventi servono da sostegno a un sistema di rivestimento vegetale che, col tempo, andrà a ricoprire gran parte dell’isolato sul quale insistono, per formare – almeno nelle intenzioni del pool progettuale – una sorta di «cascata verde» all’interno dei confini della capitale francese.
Il gesto generatore è quindi teso alla ricerca di una re-introduzione vegetale all’interno di una conurbazione fortemente urbanizzata, non solo tramite rivestimenti vegetali ma anche grazie ad un consistente numero di esemplari arborei. Tutte le chiusure esterne sono inglobate da una sovrastruttura metallica che ha il compito di fungere da sistema di supporto ai rampicanti. Tale struttura è composta da un ordito principale a maglia ortogonale in tubolari d’acciaio zincato, che assumono forme curve e ondulate in copertura, e morfologie più rigide in verticale; il tutto si compone di un’orditura secondaria composta da cavi metallici tesati sul tetto, e reti a maglie quadrate per i sub-sistemi verticali.
Le piante sono di specie diverse (Rosaceae, Campanulaceae, Wisteria, Clematis, Acantus ecc.) e sono sistemate sia a terra che in vasi in quota. Le motivazioni che hanno condotto all’adozione del rivestimento sono molteplici e vanno dalla bioclimatica (i vegetali proteggono dall’irraggiamento solare durante le stagioni calde), alla compensazione ambientale (l’importanza dell’inserimento del verde in un contesto altamente antropizzato), alla qualità ambientale in senso lato (climatologia urbana, qualità dell’aria ecc.). Il numero degli esemplari vegetali impiegati è molto alto, ma non essendo state adottate tecniche di pre-vegetatura ci vorranno degli anni prima che l’inverdimento possa essere considerato concluso.
Vista la dimensione dell’isolato, l’intero sistema del verde è servito da più impianti irrigui automatizzati. Un intervento del genere si rivela interessante perché dimostra come il rivestimento possa essere impiegato non soltanto con la logica del singolo edificio, ma sia estendibile, all’occorrenza, ad interi isolati, quartieri o porzioni di città. Riuscendo così ad ottenere, con una tecnica low-tech, una serie di importanti ricadute per l’ambiente costruito a livello di sistema urbano.
Crediti fotografici: Valode & Pistre