Il nesso con la memoria industriale viene volutamente evidenziato mantenendo la grande struttura metallica e parte della copertura in lamiera, riutilizzandola come grande superficie sotto cui collocare i sei blocchi edilizi a due livelli.
Il principio di architettura sostenibile alla base dell’intero intervento di recupero si concretizza nella scelta dei materiali e dalle tecnologie adottate: strutture in acciaio consentono il rapido montaggio dei singoli moduli mentre le pareti ventilate chiuse consentono, attraverso un sistema di ricircolo dell’aria, la climatizzazione degli ambienti.
L’organizzazione interna degli spazi segue criteri di flessibilità e di apertura verso l’esterno; i tre edifici, pur mantenendo funzioni diverse ed una sostanziale indipendenza, sono messi in relazione da tratti di passerelle aeree che vengono a costituire un sistema orizzontale di terrazzo coperto. Un sistema connettivo interamente fatto di tubolari di acciaio, si inserisce come una sorta di “dragone tecnologico” tra i volumi razionali, cubici (in cui sono contenute aule, laboratori, uffici, servizi, ecc.).
La copertura dei due tratti di connettivo è realizzata in policarbonato, uno di colore blu, ed uno verde, ed insieme agli colori presenti, contribuiscono a creare un ambiente divertente, di qualità, e riconoscibile. Nel corridoio centrale, che s'interpone tra le due unità di volumi, trovano collocazione giardini a hortus conclusus, spazi a cielo aperto con caratteristiche botaniche differenti e piantumati con bambù di diverse qualità.
Crediti fotografici: Saverio Lombardi Vallauri, Isolarchitetti