L’intervento ha previsto, laddove possibile, il ripristino delle antiche volumetrie, oggi completamente perdute, ed il ristabilimento dell’originaria morfologia delle strutture portanti dei magazzini. L’architetto giapponese riporta alla luce le pareti in mattoni e le capriate lignee originali, agisce sulle fondamenta per porre l’edificio al riparo sia dall’umidità sia dagli effetti delle alte maree, e lo trasforma in uno spazio dal carattere spettacolare e discreto al tempo stesso.
Di particolare interesse sono i muri di cemento che delineano il nuovo spazio per il museo di arte contemporanea: al centro dell’edificio una struttura quadrata risalente a una ristrutturazione precedente è stata integrata all’interno del progetto in una “scatola di calcestruzzo” che rinnova considerevolmente lo spazio.
Il concetto di illuminazione realizza efficienza e comfort visivo su diversi livelli: è costituito dalla componente della luce diurna, dall'illuminazione generale artificiale e dall'illuminazione d'accento. Le schermature automatizzate dosano la luce diurna che penetra dai lucernai e dalle finestre laterali. Un impianto DALI comanda i downlight ed i wallwasher per lampade fluorescenti.
Crediti fotografici: Palazzo Grassi S.p.A, Andrea Jemolo