CASTELLO DI TUTINO -

Sciveres – Guarini Associati. EDIFICATO NEL XV SECOLO, COSTITUÌ NEI SECOLI UN RIFUGIO SICURO PER GLI ABITANTI DEL CASALE DI TUTINO. OGGI L’ATTUALE PROPRIETÀ HA DECISO DI FARLO DIVENTARE UN’OFFICINA D’ARTE E UN CENTRO CULTURALE PER LA PENISOLA SALENTINA.
Verso la fine del XVI secolo, divenuto obsoleto rispetto ai dettami dell’architettura militare dell’epoca, il castello fu ceduto dal conte di Alessano Andrea Gonzaga a don Luigi Trani. Quest’ultimo ne ampliò e trasformò la struttura per farne una dimora signorile.
Sul lato orientale, il fossato lasciò il posto a un’elegante facciata rinascimentale articolata su due livelli con un severo portale sormontato dallo stemma nobiliare: un drago alato e rivoltato, mirante una stella di 8 raggi e sostenente con la branca destra una testa di toro e con quella sinistra un libro. Lungo la facciata un registro con un’epigrafe in latino ne ricorda la costruzione avvenuta nel 1580.
Divenuto successivamente di proprietà della famiglia Gallone, ultimi baroni di Tutino, passò poi nelle mani della famiglia Caputo che ne destinò gli ambienti alla lavorazione del tabacco fino agli anni sessanta del secolo scorso. Oggi l’attuale proprietà ha deciso di farlo diventare un’officina d’arte e un centro culturale per la penisola salentina e il resto del mondo. Un centro dedicato alle sette forme d’arte ma anche ai cinque sensi, dove ritrovarsi tutto l’anno e partecipare alle tante iniziative per gli abitanti del luogo, per i turisti, ma soprattutto per i giovani, che potranno contare su un luogo di riferimento dove apprendere, esprimere e sviluppare le loro capacità artistiche e culturali. Il castello ospiterà festival, manifestazioni, presentazioni di libri e di film, esibizioni, concerti, laboratori per imparare i balli, l’artigianato, la cucina. Eventi che partendo da un legame con la penisola salentina, comunichino a una visione del mondo più universale.

Progetto architettonico e di recupero degli spazi
Il progetto del Castello di Tutino può avere due gradi di lettura separati: uno di esplicito restauro, l’altro di innesto contemporaneo. Il primo si pone come obiettivo il recupero del manufatto architettonico e di miglioramento della salubrità degli ambienti con un approccio conservativo; il secondo riguarda l’innesto di microarchitetture in grado di assolvere alle nuove funzioni. Il restauro del complesso monumentale si pone nei riguardi del manufatto medievale con rispetto e secondo la logica conservativa del minimo intervento. Il riuso previsto dalla committenza (polo culturale delle arti salentine), ha fatto sì che negli spazi interni in seguito all’attento restauro, venissero inseriti una serie di iperarredi che in base al loro posizio namento e alle relazioni spaziali innescate, consentono che l’antica struttura generi nuova energia senza snaturarne il carattere. Le funzioni di sala spettacolo, ristorazione e caffetteria sono innestate all’interno dei singoli ambienti con l’obbiettivo di mettere a sistema i vincoli spaziali dettati dalla struttura, con le nuove necessità senza andare in contrasto con l’involucro esistente. L’approccio progettuale è stato quello della resilienza intesa come la capacità di un sistema di adattare, organizzare e modificare il proprio ambiente, in funzione delle singole necessità. Il progetto innesta all’interno di un ambiente statico come può essere un’architettura storica, degli elementi d’arredo dinamici e contemporanei in grado di soddisfare le esigenze funzionali e spaziali di un centro culturale che ospita diversi tipi di arti locali come danza, musica, teatro, cinema.
La Sala spettacolo ha una forma rettangolare. L’ambiente si sviluppa in lunghezza con lo spazio dedicato alle rappresentazioni posto sul fondo. La presenza di tre grandi aperture sul lato lungo ed una posta sul lato corto, rende l’ambiente molto luminoso ed in continuità visiva e funzionale con il cortile esterno che viene usato durante la bella stagione per rappresentazioni di maggiori dimensioni.
Il layout degli spazi è costituito in pianta da un corridoio centrale tra i tavoli che favorisce il servizio permettendo inoltre una circolazione in loop con le sale limitrofe. L’arredo della sala è pensato per essere modulare e flessibile in relazione all’uso e alle diverse funzioni che può accogliere.
Ma ciò che caratterizza veramente questo spazio è la sua flessibilità interna e resilienza, concentrata nel progetto del soffitto. E’ composto da una struttura di doghe in legno di larice per la rifrazione del suono, da un sistema di illuminazione resiliente e da un sistema di tende in loop lungo il perimetro.Il controsoffitto è stato pensato per assecondare più necessità, il suono, l’illuminazione, la visione dello spettacolo e l’organizzazione del layout. Il controsoffitto è composto da elementi di legno posti di taglio staccati l’uno dall’altro; il movimento del sistema di illuminazione lungo una linea e un sistema di carrucole sulle quali scorrono i cavi d’illuminazione, permette la regolazione dell’altezza di ogni singolo corpo illuminante adattando lo spazio e assecondando più funzioni e layout durante le rappresentazioni. Un sistema di tendaggi su binario unico assolve il compito di assorbire il suono durante le rappresentazioni, oscurare le aperture finestrate durante le proiezioni e da sipario durante gli spettacoli. La scelta di avere un unico binario lascia la possibilità durante l’utilizzo della struttura di separare inoltre la sala dalle altre due confinanti isolandola momentaneamente.
I corpi illuminanti si dividono in corpi d’ambiente e di scena. I primi sono in ceramica smaltata all’interno e lasciati a cotto all’esterno per un’illuminazione soffusa. Quelli dedicati alla scena sono posti in parte integrati nel controsoffitto tramite spot, mentre un’illuminazione dedicata alla scena è posta all’interno del teatro.
Nazione:
Tipologia: CULTURA ED EVENTI
Status: REALIZZATO
Pubblicato su Modulo 439 - Ottobre/Novembre 2022