In questo contesto, si inserisce l’intervento che ha interessato l’intero quartiere di Carabanchel dove l’Amministrazione Municipale ha realizzato 230 alloggi di “vivienda protegida” cioè di edilizia convenzionata pubblica.
All’insegna dell’innovazione, i temi progettuali del Carabanchel Social Housing non potrebbero essere più attuali e cioè: involucro e nuovi materiali, identità e diversità, razionalizzazione dei processi.
Il programma richiedeva 88 alloggi, nella periferia sud di Madrid, all’interno di un lotto delimitato su tre lati da blocchi edilizi ma con un privilegiato affaccio ovest sul nuovo parco urbano di piano. La normativa comunale imponeva forti vincoli dimensionali nel rispetto del numero, dei tagli e delle altezze degli alloggi, lasciando però ampia libertà alla composizione volumetrica all’interno di un lotto rettangolare di dimensioni 100x45 metri.
Il progetto propone un blocco compatto a forte valenza materica: un parallelepipedo esatto, dalle dimensioni di 100 x 16.4 metri con altezza di 18.8 metri.
A questa ostentata razionalizzazione della forma corrisponde l’originalità del sistema tecnologico del doppio involucro: una prima pelle in vetro schermata da un fitto cannicciato di bambù che, grazie ad un sistema di ante a fisarmonica ripiegabili sull’esterno, può assumere posizioni di totale chiusura o apertura, secondo le necessità dei residenti.
L’orientamento lungo l’asse nord-sud espone le facciate est e ovest ad un implacabile irraggiamento solare durante la maggior parte della giornata. Al fine di mitigare gli effetti del surriscaldamento, i due rivestimenti sono distanziate da logge profonde 1.5 metri sui fronti lunghi e da camere d’aria di 50 cm sui lati corti.
La facciata è quindi concepita come un brise-soleil continuo: ognuna delle ante apribili è costituita da un numero variabile di pannelli (da 4 a 7 metri) di 40 cm di larghezza ed altezza corrispondente all’interpiano.
Questi elementi modulari sono composti da una griglia microforata di zinco, intelaiata ad una struttura di acciaio, collegata, tramite dispositivo di scorrimento, alle travi di bordo dei solai. Le stuoie di bambù vengono quindi fissate in opera alla rete metallica e disposte su un doppio ordine verticale.
Crediti fotografici: FMA - Farshid Moussavi Architecture