Il complesso, che si estende su una superficie di 40.000 metri quadri e che ospiterà al suo interno circa 2.470 studenti, ha previsto la realizzazione di nuove strutture per una superficie coperta di circa 20.000 metri quadrati, di cui 13.000 per studi, laboratori di ricerca e locali di supporto; 7.300 per aule, biblioteca e servizi generali.
Il complesso ha previsto la costruzione ex novo di tre diversi lotti: nel lotto 1 è situato l’edificio Nord che, alto tre piani, è destinato all’attività didattica e comprende spazi amministrativi, aule, laboratori per la didattica e una serie di spazi e servizi per gli studenti, come la mensa e il bar/caffetteria.
Il lotto 2 ospita un edificio a pettine alto quattro piani dove trovano posto le attività di due dipartimenti, il Dipartimento di Medicina Veterinaria (DIMEVET) e il Dipartimento di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare "Carlo Cantoni" (VESPA), e comprende al suo interno gli studi dei docenti e i laboratori di ricerca.
Infine, il Lotto 3 è composto da tre strutture che completano l’attività didattico-applicativa della Facoltà e ampliano così il già esistente Centro Zootecnico Didattico Sperimentale.
Due delle tre strutture sono di nuova costruzione e ospitano al loro interno gli spazi didattici per la lavorazione delle materie prime, mentre il terzo edificio è costituito dalle sale settorie ristrutturate e corredate da locali di servizio ed aule ad hoc nell’area dell’Ospedale Veterinario Universitario.
A collegare tra loro i primi due lotti è un ponte in cemento armato precompresso lungo 28 metri che permette di attraversare la Roggia Bertonica. L’elemento naturale del canale che attraversa il sito, infatti, è di fatto il fulcro dell’intero complesso. Il contesto agricolo, caratterizzato da un articolato sistema di rogge e canali, è stato scelto come elemento fondamentale del progetto, allo scopo di creare un forte legame con il paesaggio della campagna lodigiana.
Per instaurare un rapporto tra l’interno e la natura esterna, gli edifici sono caratterizzati non solo dall’uso di materiale come il legno e la pietra ma anche da ampie facciate dotate di sottili velette aggettanti che in virtù della differente inclinazione solare tra estate e inverno, garantiscono ombreggiamento durante la stagione calda e l’irraggiamento diretto durante i mesi invernali.
Queste velette fungono dunque da brise-soleil, molto suggestive anche a livello visivo grazie al particolare gioco di luci e ombre.
Infine, per valorizzare ulteriormente l’approccio progettuale nel pieno rispetto della natura è stata usata intenzionalmente una vegetazione autoctona tipica del territorio lodigiano e l’acqua è stata resa protagonista sia a livello architettonico che energetico: l’acqua di falda viene infatti prelevata dal sottofondo ed utilizzata per il raffrescamento dei locali, soprattutto nel periodo estivo. Le finalità energetiche del progetto impiantistico coincidono con la riduzione dei costi e dell’impatto ambientale. Di grande rilievo risultano l’impianto fotovoltaico da 180 kw e la presenza di due impianti solari termici che consentono la produzione di acqua calda sanitaria.
Crediti fotografici: Schöck Italia