L’idea alla base del progetto è quella di estendere i confini dell’architettura verso una visione dell’edificio come organismo, in armonia con l’ambiente circostante ed efficace nel rispondere alle esigenze per le quali è stato costruito.
Il Bullit Center sorge nel Mac Gilvra Park, caratterizzato dalla presenza di possenti alberi secolari. La giustapposizione tra l’edificio ed il parco è l’immagine che ha ispirato molte delle decisioni progettuali, aiutando a concepire il Centro come un vero e proprio albero, con la tettoia fotovoltaica, un nucleo strutturale attraverso il quale circolano l’energia ed i fluidi vitali ed una base che gestisce acqua e flussi nutrienti.
Come qualsiasi organismo vivente, il Bullit Center non consuma più energia di quanta ne può produrre: il consumo totale di energia, pari a 230.000 kWH/anno, corrisponde esattamente alla quantità di energia che la schiera di pannelli fotovoltaici posti in copertura produce, contro il 1.077.000 kWH/anno che costituisce il consumo di energia totale di un tipico edificio per uffici di Seattle. Tale valore prestazionale è stato raggiunto mediante un complesso insieme di strategie progettuali, raggruppabili in quattro categorie fondamentali: Net-Zero Energy, Net-Zero Water, ciclo di vita dell’edificio, benessere degli utenti.
L’equivalenza perfetta tra energia prodotta ed energia consumata è ottenuta in primo luogo attraverso la presenza di 575 pannelli fotovoltaici posti in copertura, collocati in modo da ottimizzare la combinazione tra esposizione e caratteristiche climatiche della città di Seattle. La presenza di dispositivi ombreggianti ed aperture automatiche ad alte prestazioni consente la riduzione del surriscaldamento estivo, favorisce il mantenimento del calore in inverno e garantisce la ventilazione naturale, contribuendo all’innalzamento delle prestazioni energetiche dell’edificio. La percentuale di spazi perimetrali che possono infatti essere ventilati o raffreddati attraverso il sistema di aperture automatiche corrisponde al 100%.
L’acqua piovana raccolta in copertura viene portata dai pluviali ad una cisterna di 56.000 galloni, che coprono una superficie di 950 m2 nel seminterrato. Il sistema, che rifornisce tutte le apparecchiature non potabili all’interno della costruzione, compresi i servizi igienici, i rubinetti flessibili e i sistemi di irrigazione, è stato progettato e costruito anche per soddisfare tutte le esigenze di acqua potabile per l’edificio.
Un’aspettativa di vita di 250 anni per le strutture, di 50 anni per l’involucro: una longevità calcolata in una logica di costo-benefici e di benessere degli utenti.
Il Bullit Center è stato progettato e costruito in un’ottica di sostenibilità economica, oltre che ambientale ed energetica.
Per l’edificio è stata pertanto studiata e costruita una struttura, con un’aspettativa di vita di ben 250 anni, in legno certificato di provenienza regionale, combinato in travi lamellari, colonne e solai.
Il calcestruzzo è stato utilizzato solo nei casi in cui non potesse essere sostituito da nessun altro materiale, nelle fondazioni per sostenere i carichi alla base dell’edificio.
L’acciaio è stato utilizzato come rinforzo del calcestruzzo, per collegare i telai in legno e per creare un momento resistente alle forze orizzontali lungo il nucleo dell’edificio e nella parte ovest dello stesso.
L’involucro del Bullit Center, con un ciclo di vita previsto pari a 50 anni, è costituito da una facciata continua a triplo vetro ad alte prestazioni e da pareti a tenuta d’aria. La sua realizzazione, frutto di una partnership tra l’azienda produttrice tedesca e una società di proprietà familiare con sede nelle vicinanze del Bullit Center, ha rappresentato un esempio pilota per l’incoraggiamento delle attività locali dedicate all’edilizia.
Tutti i materiali dell’edificio sono stati reperiti in un raggio di massimo 600 miglia. Molti di essi, sono materiali di riciclo di lavori precedenti, e laddove possibile, gli stessi materiali del parco sono stati riproposti, come il calcestruzzo dei marciapiedi che è stato segato in masselli di grandi dimensioni e ripristinato per i nuovi percorsi del parco.
Questa scelta, al pari di molte altre, è risultata in linea con le direttive del Living Challenge, creato dal Dipartimento per la Pianificazione e lo Sviluppo di Seattle, comprendente sette aree di prestazioni (Sito, Acqua, Energia, Salute, Materiali, Equità, Bellezza), suddivise in una ventina di “imperativi”, al quale il Bullit Center ha aderito.
Il benessere degli utenti è stato perseguito attraverso un complesso di scelte progettuali legate al miglioramento delle condizioni di illuminazione, temperatura ed in generale di vita: l’82% degli ambienti dell’edificio è illuminato naturalmente durante il giorno, dal momento che la luce diurna integra l’illuminazione elettrica attraverso infissi ad alte prestazioni per la luce; la scala “irresistibile” collocata all’interno dell’edificio è stata disegnata per incoraggiare la propulsione umana nella circolazione verticale e ridurre l’utilizzo degli ascensori; un sistema di sensori collegati alla costruzione si occupa del monitoraggio dei livelli di luce, di CO2 e della temperatura con l’obiettivo del miglioramento continuo delle condizioni di lavoro e dell’uso operativo di energia da parte dell’edificio.
Crediti fotografici: Bullitt Center