La silhouette della Battersea Power Station è stata a lungo un elemento di spicco nello skyline di Londra. Costruita negli anni '30 e operativa come centrale elettrica fino al 1983, al suo apice, generava un quinto dell'energia di Londra. L’intervento sull’edificio industriale, di “interesse storico culturale di II grado”, si è basato sulla salvaguardia della riconoscibilità (è stato adottato un abaco di materiali in linea con le preesistenze) e dell’integrità di tutti gli elementi originari: i vuoti a tutt’altezza degli ingressi sud e nord, le ciminiere e le Sale delle Turbine rimangono le caratteristiche dominanti dell'edificio. Nell’edificio sembrano convivere un’anima Art Déco, che riflette lo spirito degli anni Trenta, e un’altra, più industrial e brutalista, inerente al nucleo degli anni ’50. Per WilkinsonEyre, l'attenta espressione del contrasto tra vecchio e nuovo è fondamentale per il successo del progetto, in modo che, ovunque si trovi l'utente all'interno dell'edificio, gli venga ricordata l'esistenza del tessuto originale. Negli appartamenti ubicati all'interno della struttura originaria dell'edificio sono stati lasciati a vista i mattoni e gli acciai originali. Gli interni sono stati progettati dallo studio di architettura Michaelis Boyd, che ha creato più di 100 diversi layout.