Il progetto, che segue un approccio strallato e ridefinisce l'ingresso al porto di Baltimora ripristinando un simbolo della città, si propone di migliorare diverse caratteristiche funzionali del vecchio ponte, comprese quelle che aumenteranno la sicurezza e l'adattabilità a lungo termine.
Allargando la campata principale del ponte da 1200 piedi a 2230 piedi (700 m), i pilastri di sostegno principali saranno situati in acque molto basse (una profondità di circa 23 piedi), ben lontani dal canale di navigazione utilizzato dalle grandi navi. Questo approccio mira a garantire che incidenti come quello verificatosi lo scorso marzo, che ha causato il crollo del precedente ponte, non si ripetano.
Inoltre, una carreggiata più ampia consentirà al ponte di aumentare la capacità dei veicoli, affrontando gli elevati livelli di traffico attraverso il ponte. Il progetto aumenta anche l'altezza libera da 185 piedi a 230 piedi (70 m), in conformità con i più recenti standard del settore navale e consentendo al porto di Baltimora di rimanere un importante porto internazionale anche negli anni a venire. Il progetto segue il lavoro del professor Carlo Ratti presso il Senseable City Lab del MIT, il cui progetto "Good Vibrations" ha studiato modi innovativi per monitorare la sicurezza strutturale dei ponti utilizzando i dati dei telefoni cellulari. Sulla base di questa ricerca, le caratteristiche intelligenti proposte dal progetto consentono una gestione sicura del traffico e tecniche di manutenzione predittiva.
"La scelta di rincorrere a una soluzione strallata consente di posizionare i pali a distanza di sicurezza, ben lontani dal canale di navigazione utilizzato dalle grandi navi, evitando così il rischio che si ripeta una tragedia come quella del 26 marzo. Questo approccio fornisce anche una soluzione leggera per ricollegare due lati di Baltimora, sia socialmente che economicamente - ciò che le infrastrutture americane dovrebbero sforzarsi di fare nel XXI secolo", ha commentato Carlo Ratti.