L’edificio, opera dell’architetto Alessandro Rimini, venne completato nel 1939 per ospitare il cinema Massimo, come parte di un complesso misto che verso il Corso si erge in un edificio di sette livelli con due negozi al piano terra e appartamenti in quelli superiori.
Pur con tutto il suo pregio, il cinema teatro esistente non poteva essere tenuto: il boccascena era stretto tra due pilastri distanti tra loro dieci metri, la sala non era adeguata alle leggi riguardanti la sicurezza ed era ben lontana dalle caratteristiche acustiche che si richiedo a un buon auditorium.
La platea e la galleria sono state disposte su una pavimentazione conformata “ a cucchiaio”, così da permettere una visione libera e diretta verso il palco da qualsiasi postazione. Sulle pareti si allineano, come fossero grandi scudi, tanti elementi lignei convessi. I suoni in parte vi scivolano sopra e in parte, come le onde dell’acqua quando incontrano un ostacolo tondeggiante vi rimbalzano diffondendosi tutto attorno; ognuno di loro contribuisce a rendere l’ambiente vibrante e vivo. Sono in faggio massello, legno pesante e solido spesso 5 centimetri, con rivestimento in pero, scelto per la sua coloritura.
Anche la pavimentazione è tutta in legno mentre la seduta e gli schienali delle poltroncine sono in parte rivestiti di tessuto su cui è stampata la raggiera della struttura sopra il palco: questa, grazie alla sua particolare conformazione, è divenuta l'emblema dell'Auditorium.
Mancando lo spettatore, la seduta ruota in posizione verticale e presenta verso il palco il piano ligneo inferiore, dotato di ampie forature. Insieme con l'imbottitura i fori hanno la funzione di assorbire il suono: proprio come avverrebbe se vi fossero le persone. In questo modo quando l'orchestra prova, ovvero quando si svolgono registrazioni (l'Auditorium è usato da un'importante casa discografica inglese), la qualità acustica nell'ambiente è molto simile a quella che si avrebbe a sala piena.
Gli schermi acustici collegati al soffitto sopra il palco: hanno la funzione di diffondere il suono dell'orchestra e del coro verso il basso, consentendo così a tutti gli strumentisti e a tutti i coristi di ubicare la propria performance nel contesto complessivo della musica. Tutti possono percepire con eguale intensità il suono prodotto da chi sta vicino e da chi sta lontano, e ciascuno può meglio misurare la propria prestazione con quella del complessivo amalgama armonico.
Al di sopra della parte mediana della sala sta una trave che ne attraversa il volume in larghezza: un ponte di acciaio sul quale poggiano le strumentazioni necessarie per la diffusione sonora, per l'illuminazione e per la proiezione di film.
Dal basso non si vede: la grande travatura è nascosta da un assieme di pannelli bombati in pero, come quelli posti lungo le pareti laterali, e che a chi sta in platea possono ricordare la chiglia di una grande canoa. Anch'essi contribuiscono alla straordinaria danza del gioco armonico attivato dalle sonorità che riempiono questo immenso spazio.
Pubblicato su Modulo 384/2013
Crediti fotografici: Alinvest