L’obiettivo era contribuire al processo di trasferimento di know-how, identificare opportunità commerciali, registrare brevetti e valorizzare le risorse esistenti, al fine di migliorare la competitività del Paese e accelerarne lo sviluppo.
Perciò la proposta è stata quella di un edificio in cui si potesse realizzare la presenza di almeno quattro attività lavorative tra loro distinte: spazi di lavoro formali e informali, intervallando il tutto con aree per la socializzazione e la comunicazione tra singoli e tra gruppi.
Angelini Innovation Center (situato nel campus di San Joaquín della Universidad Católica de Chile) ha rivoluzionato l‘idea convenzionale del palazzo per uffici per tre ragioni:
- La prima è che il clima di Santiago richiede la protezione dai raggi solari diretti sulle superfici vetrate per ridurre il consumo energetico. Per la facciata è stata scelta, quindi, una struttura con una massa che si apre strategicamente sul perimetro ed è dotata di profonde aperture che permettono la ventilazione e un risparmio energetico di circa 1/3 rispetto agli altri edifici a torre.
Il progetto di Elemental ribalta completamente il tipico paradigma con i nuclei per la circolazione e distribuzione opachi e l'involucro trasparente. L'esigenza è nata per contrastare il clima di Santiago del Chile, che richiede grande attenzione per la schermatura dei raggi solari e per tenere il caldo fuori dall'edificio: contrariamente a quanto accade nella capitale del Chile, in cui le nuove costruzioni mettono in mostra la propria contemporaneità attraverso facciate in vetro, Alejandro Aravena ha scelto di ribaltare il paradigma e focalizzarsi sull'affrontare il clima della città con la forma e il materiale.
Da qui, perciò, la presenza massiccia, monolitica e simile a una fortezza dell'Angelini Innovation Center. L'aspetto contemporaneo, specialmente di notte, viene dal contrasto tra il nucleo centrale vetrato e la pesantezza e opacità dell'involucro.
- La seconda innovazione protata da Elemental con questo progetto è l’incontro faccia a faccia: sono stati moltiplicati gli spazi di incontro nell'edificio, sostituendo il tipico nucleo distributivo opaco con un atrio aperto che permette di incrociare gli sguardi e introducendo “piazze“ sopraelevate distribuite su tutta l‘altezza dell‘edificio.
- Infine, la principale minaccia per un centro di innovazione è l’obsolescenza, così l‘edificio è stato ideato più come un‘infrastruttura che un’architettura. Una forma pulita, lineare anche in previsione di eventuali futuri cambiamenti e rinnovamenti. Una geometria “severa” e una materialità monolitica forte che potesse essere senza tempo.
Crediti fotografici: Nina Vidic, Nico Saieh