Il nuovo edificio, battezzato in poco tempo “Renzo Piano Pavilion", sorge ad una cinquantina di metri dal museo originale, immerso in un parco di olmi e querce.
Concepito come una struttura leggera, realizzato in vetro, cemento e legno di quercia locale, il Pavilion è composto da due corpi di fabbrica collegati fra loro passaggi vetrati e si articola su tre piani, due dei quali interrati.
Il primo dei due fabbricati, è costituito da una hall centrale vetrata che permette ai visitatori di accedere alle due gallerie per mostre temporanee, schermate da pareti chiare in cemento.
A caratterizzarlo è una sequenza di pilastri in cemento a sezione quadrata che, intorno al suo perimetro, regge una serie di coppie di travi di legno lamellare e la parte sporgente verso nord e verso sud della copertura vetrata.
Il secondo immobile, invece, è coperto da una coltre di terra del parco e ospita al suo interno l'auditorium, un piccolo spazio espositivo per opere sensibili alla luce, la biblioteca e spazi per le attività educative e di formazione.
Il dialogo fra i due edifici è stato il tema principale del progetto.
A partire dalla sua distanza, il Pavilion è stato minuziosamente studiato nell’altezza, nella scala dimensionale, nell’impianto volumetrico, nei materiali e nel ruolo della luce naturale per mantenere una relazione sottile con l’edificio del maestro.
Fondamentale nel progetto l’attenzione alla sostenibilità: il nuovo edificio consuma un quarto di energia rispetto al vecchio museo grazie a una serie di soluzioni energetiche quali ad esempio l'installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto e 36 pozzi geotermici realizzati a 42 metri di profondità.
Crediti fotografici: Nic Lehoux, Robert Laprelle, Robert Polidori