La familiarità e la domesticità sono i concetti che Kengo Kuma ha voluto riprodurre per il progetto e rendere visibili sia nella dimensione dell’edificio, perfettamente in scala con il contesto circostante, sia nella composizione, pensata come una serie di tetti inclinati che dividono il volume unitario dell’edificio in cinque parti più piccole. Queste cinque piccole “case” a due piani hanno, oltre ai tetti a falde indipendenti, anche differenti altezze (fino a un massimo di 10 metri).
Le facciate sono realizzate con un’alternanza di strisce dalle diverse lunghezze in legno chiaro e da un rivestimento grigio in cui si inseriscono le finestre. Al piano terra sono collocate 6 aule affiancate dai bagni e servite da una cucina, mentre al piano superiore si trovano alcuni uffici e 3 aule più ampie. Pannelli di legno scuro rivestono i pavimenti e le pareti, in contrasto con il soffitto con tubature e travi a vista da cui pendono enormi paralumi in tessuto bianco. Le tubazioni esposte e la copertura in carpenteria metallica conferiscono all’edificio un’estetica semi-industriale che contrasta con gli interni in legno e tessuto pensati per creare un’atmosfera delicata e varia.
Crediti fotografici: Katsumasa Tanaka