Tecniche di rinforzo strutturale su ponti e viadotti.
La gran parte delle infrastrutture esistenti in Italia, come ponti e gallerie, è stata realizzata nel dopoguerra, nella seconda metà del XX secolo. Con Il crollo del Viadotto Polcevera a Genova e la sua recente ricostruzione hanno rafforzato un dibattito profondo e serio sulle condizioni delle infrastrutture in Italia, mobilitando Autorità e i relativi Ministeri, i Professionisti e l’opinione pubblica generale. Si è preso atto dello stato di degrado in cui versano numerosi ponti e viadotti che coprono tutto il territorio Nazionale. Le attuali conoscenze scientifiche consentono di comprendere che la vita nominale di progetto delle opere è oramai giunta al limite per effetto, in particolar modo, del degrado e dell’evoluzione delle sollecitazioni che agiscono sulle strutture esistenti. Per tali ragioni sono necessari degli interventi programmati di manutenzione straordinaria con l’impiego di tecniche costruttive e materiali evoluti.
L'intervento in esame consisteva nell'adeguamento statico e sismico del ponte sul fiume Po, sulla carreggiata nord dell'autostrada A7, gestito da Milano Serravalle Milano Tangenziali S.p.A.. Il ponte, progettato negli anni '60, è in cemento armato, lungo 800 m, ed è composto da 11 campate identiche, ciascuna della lunghezza di circa 69 m. La larghezza dell'impalcato è di 18,4 m, di cui 14 m disponibili per il traffico.
A seguito dell'analisi numerica della struttura è stata evidenziata una carenza di armatura longitudinale in corrispondenza dell'appoggio sui pilastri dei cassoni, in quanto i carichi a cui è sottoposta l’opera sono mutati rispetto al periodo di costruzione della stessa. L’armatura presente all’interno delle anime degli elementi prefabbricati costituenti l’impalcato, non è stata in grado di offrire un valido contributo nel controllo dell'apertura delle fessurazioni inclinate a 45°, osservate fin dai primi anni di apertura al traffico, ed insufficienti per garantire la sicurezza della struttura allo Stato Limite Ultimo per le condizioni odierne. Tali fessurazioni si manifestano per effetto delle sollecitazioni di trazione che agiscono sulla struttura, dovute ad azioni dinamiche oltre che allo stato di degrado.
Il rinforzo corticale delle travi degli impalcati può essere sviluppato applicando nuovi materiali ad alte prestazioni, come per esempio i sistemi FRP con tessuti in fibra di carbonio impregnati con resina epossidica, i sistemi SRP con tessuti in acciaio e pasta epossidica oppure i sistemi FRCM con reti in carbonio o in acciaio ad alta resistenza e malta cementizia.
La soluzione adottata in questo caso è stata impiegando nastri di tessuto in acciaio inossidabile STEEL-NET i340/220, larghi 10 cm, di grammatura 2200 g/m2 con una malta speciale a base cementizia. La tecnologia ha consentito il rinforzo a taglio della struttura in modo durevole nel tempo dal momento che l’acciaio impiegato è di tipo inossidabile.
Considerando l’importanza nel contribuire a risolvere tali problematiche, unita alla facilità e rapidità di realizzazione, G&P INTECH ha messo appunto, in particolare, il sistema CC STEEL NET G220 per il consolidamento delle strutture in calcestruzzo, per le infrastrutture quali ponti, viadotti e gallerie, composto da tessuti in acciaio galvanizzato UHTSS, aventi elevata resistenza a trazione fino a circa 6980 N/cm, e malta cementizia bicomponente classe R4 secondo la norma EN 1504-3. Per incrementare l’ancoraggio al supporto, sono previsti inoltre dei connettori SFIX G10, anch’essi composti da trefoli in acciaio galvanizzato UHTSS, ancorati e “sfioccati” con apposita resina epossidica. Il sistema risponde ai requisiti delle linee guida FRCM emanate dal Servizio Tecnico Centrale (MIT), specifico per il rinforzo di ponti, viadotti e gallerie.
Le opere realizzate sul viadotto del fiume Po, hanno consentito di portare la struttura ad un livello di sicurezza in linea con le vigenti norme tecniche italiane (NTC 2018), sia nei riguardi delle azioni statiche che sismiche, attraverso soluzioni d’intervento moderne, durevoli e poco invasive.