L’utilizzo virtuoso delle materie prime, il ricorso a tecniche di costruzione rispettose dell’ambiente, la leva delle nuove tecnologie per efficientare i consumi energetici senza rinunciare al comfort.
Sono alcuni dei parametri di giudizio seguiti dalla giuria del “Wood Architecture Prize” by Klimahouse, il primo premio nazionale per l'architettura in legno, istituito da Fiera Bolzano con la partnership scientifica del Politecnico di Torino, dell’Università Iuav di Venezia ed in collaborazione con PEFC Italia, giunto alla seconda edizione.
Un’iniziativa nata con l’obiettivo di diffondere le varie filosofie costruttive e progettuali incentrate sulla promozione dell'impiego del legno attraverso la selezione di opere in grado di rappresentare i diversi contesti applicativi e di sperimentazione: nuove edificazioni, riqualificazioni e/o ampliamenti, sopraelevazioni di edifici esistenti, architetture sperimentali, progettate e realizzate sul territorio nazionale - con una particolare attenzione rivolta alla durabilità progettuale e all'utilizzo combinato con altri materiali sostenibili.
I progetti premiati sugli 80 in gara sono esempi virtuosi di realizzazioni concrete, a dimostrazione di come la sostenibilità, l’efficienza e il design possano unirsi nel presente per ispirare il futuro del settore in linea con gli obiettivi comunitari per un impatto climatico zero entro il 2050.
Ecco i progetti vincitori nelle diverse categorie:
· Il premio “Architettura privata” è stato assegnato a Casa del custode (BO) – Studio Camilla De Camilli. Una struttura a padiglione semplice, modulare, basata sul sapiente accostamento di tre soli elementi: la struttura intelaiata lignea, i pannelli in vetro e il pavimento in graniglia veneziana. Un intervento rigoroso e poetico, dalle linee essenziali (si noti, ad esempio, lo spessore assottigliato della copertura), ben inserito nel contesto di un parco naturale. L’efficacia dell’opera si riscontra anche nella sua flessibilità d’uso: pensata come guardiania, è utilizzata come spazio di socializzazione riabilitativa per utenti affetti da disturbi dell’alimentazione.
· Il premio per l’“Architettura pubblica” è stato assegnato ad Ampliamenti edifici terapeutici a Forte Rossarol (VE), Arbau studio, in ex equo con Roberto Rocca Innovation Building (MI), Studio Taidelli.
Il primo è una sapiente riqualificazione di ex baraccamenti militari privi di alcun pregio. Gli ampliamenti, in continuità per estrusione dei corpi di fabbrica preesistenti, riplasmano nella totalità i singoli fabbricati conservandone le geometrie elementari e, con controllate quanto minime variazioni formali da uno all’altro, conferiscono unità all’insieme, grazie anche al sobrio e coerente disegno dello spazio pubblico. Il secondo è un’opera di grandi dimensioni che utilizza la struttura lignea (sistema travi-pilastri) a vista, in combinazione con altri materiali (cemento armato per gli orizzontamenti; metallo e vetro per le chiusure).
La semplicità e il rigore dell’impianto planimetrico, insieme alla luminosa ariosità degli interni, restituiscono ambienti di particolare qualità per la fruizione comune.
· La menzione speciale trasversale per un progettista under 35 è andata al progetto The Hermitage (PC) – llabb Architettura Arch. Federico Robbiano e Arch. Luca Scardulla.
Un “cabanon” concepito come spazio minimo, risolto con cura nell’equilibrato ancorché non scontato disegno dei dettagli. Un’indicazione di metodo realizzativo, a prescindere dall’opinabile collocazione del manufatto in un contesto naturale pregevole in quanto privo di tracce antropiche.
La giuria, presieduta dall’ Arch. Manuel Benedikter dell’omonimo Studio e composto dall’ Arch. Sandy Attia dello Studio MoDus Architects, dal Prof. Guido Callegari del Politecnico di Torino, dall’Arch. Mauro Frate dello Studio MFA Architects e Professore Iuav, dall Professor Roberto Gargiani dell’EPFL Ecole Polytechnique di Losanna, dal Prof. Paolo Simeone del Politecnico di Torino e da Luca Gibello, Direttore de Il Giornale dell’Architettura, ha assegnato inoltre tre menzioni speciali:
· al progetto A.I.D.I Accoglienza in dispensa (BA)– Mixtura Studio
Arch. Cesare Querci,
selezionato per aver interpretato un’insolita quanto marginale commessa, conferendo una seppur basica dignità d’immagine a un servizio caritativo di prima necessità in un contesto urbano slabbrato e difficile.
· Casa Zero (AQ) – Outstudio Architetture
Arch. Alberto Giobbi,
si è aggiudicata la menzione per la radicalità di un recupero edilizio che lavora all’interno di un antico involucro in pietrame, coibentando e rivestendo le pareti, lignei come i solai e la copertura. Si sottolinea la scabra originalità degli interni, lontani da atmosfere patinate.
· Rifugio Passo Santner (BZ)
Arch. Lukas Tammerle e Arch. Paul Senoner,
selezionato per la qualità e la coerenza con cui il progetto risponde ad un programma tuttavia non privo di criticità per il delicato contesto paesaggistico in cui si pone, come dimostrano le polemiche che, sul fronte ambientalista, hanno interessato l’intervento. L’architettura dissimula l’ingente cubatura, curando l’attacco a terra e optando per l’archetipica sezione a capanna. Gli spazi interni sono risolti con attenzione e restituiscono, grazie all’uso e al disegno dei dettagli, un’immagine di comfort domestico.