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UNStudio firma il progetto per uffici più sostenibile in Europa

Sostenibilità ambientale, flessibilità funzionale, comfort abitativo: il Duo di UNStudio, da poco ultimato nella cittadina di Groningen, si impone come un modello esemplare di progettazione eterogenea e articolata. E se al complesso è attribuita la palma del più grande edificio per uffici sostenibile su suolo europeo, la dimensione legata alla adattabilità spaziale e alla fruizione da parte degli utenti non è certo di minor rilievo. Riportando le parole di Ben Van Berkel, storico fondatore del gruppo olandese, questa torre di 92 metri viene così descritta: “Il disegno contiene numerose innovazioni relative alla riduzione di materiali, alla riduzione dei consumi energetici e alla definizione di ambienti di lavoro più sostenibili. L’architettura persegue un sistema completamente integrato, ed è ispirata da un approccio intelligente, per un design all’insegna della sostenibilità”. Così, se questo landmark urbano è stato concepito per poter essere tramutato in un condominio di abitazioni, secondo le necessità, e il passo strutturale è di 1,20 metri al posto del 1,80 standard di un comparto terziario, l’impianto tipologico adottato introduce numerose novità così come il sistema per la limitazione del quantitativo materico. Gli architetti olandesi, prestando infatti una straordinaria attenzione al modo con cui le persone si muovono attraverso l’edificio, danno vita ad elementi di percorso tali da introdurre una sorta di paesaggio nella costruzione. I corridoi distributivi non sono vicoli ciechi, costretti tra sale riunione e postazioni private, ma sono vere e proprie promenade trasparenti, componenti in grado di stabilire una relazione proficua con l’esterno del complesso per uffici. La sostenibilità è dunque sinonimo del grado di abitabilità, ma compare in larga misura anche nella sua accezione più nota: il Duo è l’esatta coincidenza fisica delle necessità di efficienza energetica e limitazione dell’impatto ambientale con il disegno dell’involucro edilizio esterno. Le morbide bande bianche orizzontali della pelle, che introducono la dimensione scalare nel fabbricato, comprendono l’apparato impiantistico, svolgono la funzione di brise-soleil, di “pinne” oscuranti (così come le chiama Ben Van Berkel) che limitano l’abbagliamento solare interno. Le strisce, inoltre, producono un ritmo nella successione dei livelli, divengono marcapiano ed evidenziano le inedite altezze stabilite: 3,30 m al posto dei canonici 3,60 m. La riduzione di quota equivale ad un uso inferiore di materiale, quindi, ad un minor inquinamento. Un imperat, quest’ultimo, che muove la progettazione dell’intero complesso, nel quale ventilazione ed illuminazione sono per lo più naturali, e i criteri per il risparmio energetico perseguiti con un design globale.
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