Basamento e setti neri, piastra sospesa di colore bianco candido che si erge sui rilievi della città di Nanjing, nella Cina continentale. Il Nanjing Museum di Steven Holl, recentemente ultimato e in attesa della cerimonia di inaugurazione, richiama con grande enfasi il metodo di rappresentazione popolare asiatica: il contrasto tra le due tonalità fa riferimento alle forme di raffigurazione visuale prive di colore, alla grafica stilizzata e sintetica dei dipinti antichi, agli inchiostri seppia delle carte di riso su cui comparivano le prime espressioni artistiche. Ma l’architetto americano non rende omaggio esclusivamente alla dimensione cromatica delle opere d’arte cinesi e il complesso espositivo declina il concetto prospettico insito nella pittura tradizionale: il polo culturale è costituito da un campo di spazi prospettici paralleli, da una serie di elementi nei quali viene automaticamente respinto il metodo dell’unico punto di fuga. Il punto di vista è moltiplicato grazie al manufatto, che è spezzato e sorretto, qui da piloni, qui da corpi scala, qui da un prolungamento verticale dello stesso che intercetta la quota del suolo. Il fatto che la struttura innalzata non sia continua e che gli ambienti espositivi costituiscano un anello perimetrale, incrementa l’apparato percettivo e un visitatore può rivolgere la sua attenzione al giardino, al cielo, ai sopporti neri, agli elementi bianchi, al panorama; la gerarchia di orientamento e focalizzazione è eliminata, il grado di libertà nella possibilità di esplorazione totale. Astrazione e forte dose di radicamento concettuale e fisico, entro una civiltà consolidata ed una topografia complessa, sono i dati di un progetto che amalgama dunque caratteri nazionali alle nuove tecnologie edilizie, a soluzioni mirate di risparmio energetico e rispetto ambientale. Il Nanjing Museum dispone infatti di avanzati sistemi di raffreddamento e riscaldamento geotermico, di recupero dell’acqua piovana, di tetto verde, di green design. E di riciclo di materiali storici provenienti dal nucleo antico della città, di quei mattoni tratti dall’Old Hutong, è un altro, imprescindibile, tassello del minuzioso puzzle con cui Steven Holl ha cercato di ricostruire una cultura in termini architettonici e spaziali.