Se pensate di dover sostituire lo schermo del vostro pc avete sbagliato strada e l’effetto liquido che avete davanti a voi non è un’anomalia della tecnologia che utilizzate. Le curve blu, che appaiono sul monitor, sono reali e corrispondono alla singolare membrana che riveste la GT Tower di Seoul, completata nel febbraio 2011 dai progettisti di Rotterdam ArchitectenConsort. 130 metri di altezza e 54.000 mq di superficie sono racchiusi entro la sagoma ondulata di questo edificio iconico; e l’utilizzo di una scansione verticale dell’involucro edilizio non fa altro che incrementarne la sensazione, delineando un profilo inferiore e superiore che sembrano estendersi potenzialmente all’infinito, oltre la linea materica del fabbricato. Il ritmo serrato del profilo sporgente del serramento, alternato alle porzioni trasparenti, è un artificio compositivo tale da accrescere la dimensione scultorea di questo complesso multifunzionale, che sembra sprofondare nel suolo o generarsi da esso come un elemento vegetale. Riprendendo dunque una morfologia mutuata dal mondo vegetale, gli architetti olandesi imprimono nella materia l’effetto del moto grazie alla traslazione dei solai orizzontali: fissate ad un nucleo di servizi centrale, portante, che libera il perimetro da elementi strutturali, le solette in cemento subiscono un allungamento al fine di concretizzare le curve, conservando tuttavia, in ogni punto, l’andamento parallelo dei bordi. Due archi e mezzo modulano l’altezza della torre: i tratti non rettilinei hanno una lunghezza di 48 metri ciascuno e infondono un carattere fortemente dinamico e apparentemente instabile alla costruzione. Ma la GT Tower è soprattutto un progetto sostenibile: il comfort interno degli spazi terziari, commerciali e culturali, è garantito dall’utilizzo di una pelle realizzata con un vetro ad alte prestazioni, dalla ventilazione ed illuminazione naturale, dall’adozione di pannelli fotovoltaici integrati nei serramenti. La metafora biologica è così del tutto assorbita: nella conformazione, nella sagoma, nel limitato impatto ambientale di questa nuova architettura firmata ArchitectenConsort.