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12 gennaio 2023

Torre dei Moro, il progetto vincente per la ricostruzione è quello dell'architetto Marco Piva

Lo Studio Marco Piva firmerà il progetto che l’assemblea degli ex residenti della Torre dei Moro di via Antonini ha scelto per la ricostruzione del grattacielo devastato da un incendio il 29 agosto 2021.
Gli altri quattro progetti in lizza erano quelli di Stefano Boeri Architetti; Atelier(s)AF517 dell’architetto Alfonso Femia; lo Studio fiorentino Pura Lab e Scandurra Studio Architettura. Il Comitato «ringrazia tutti gli architetti che ci hanno proposto a titolo gratuito le loro idee di progetto e che ci hanno consentito di immaginare questa ripartenza». Dopo 500 giorni arriva così a un epilogo la prima fase della ricostruzione, con la scelta del progetto che guiderà prima la cantierizzazione e poi la fase di realizzazione vera e propria. 
Salta subito all’occhio l’eliminazione delle «vele» (fattore per altro comune agli altri progetti) in favore di ampie balconate che fanno voltare definitivamente pagina rispetto alle coperture della facciata che andarono a fuoco causando la rovina di 26 appartamenti, la distruzione di 13 auto e la fuga dei condomini, mentre dalle facciate in una scena da Apocalisse volavano fino a 50 metri d’altezza 14 tonnellate di 1.400 pannelli esterni infuocati.
Ora la prima svolta che porterà entro marzo prossimo alla presentazione ufficiale del progetto alla cittadinanza da parte dello stesso Studio Marco Piva. I condomini sono arrivati alla scelta dopo una serie di lunghe riunioni, soppesando i vincoli economici e allo stesso tempo le problematiche legate ai lavori sul grattacielo di 18 piani al civico 32 di via Antonini nel quartiere Vigentino. Gli ex residenti, che dovrebbero tornare ad occupare i loro appartamenti nel 2025 o nel 2026, hanno affidato a un comunicato anche una riflessione più ampia rispetto alla sicurezza di edifici che impiegano materiali non idonei alla resistenza al fuoco: «Continueremo il nostro impegno affinché la casa torni ad essere un luogo sicuro, sollecitando le istituzioni perché si ridefinisca il modello delle autorizzazioni e dei controlli sui materiali da costruzione dei progetti di nuova realizzazione».
Anche gli altri progetti presentati all’assemblea degli ex residenti scartavano le «vele» all’origine dell’incendio: Scandurra era partito dalla rivisitazione della Torre «in relazione alla città, pensando a un edificio più aperto alla metropoli». Da parte loro Stefano Boeri e Alfonso Femia avevano definito progetti ancora diversi. «Abbiamo immaginato un edificio verde che dia il senso della rinascita — spiegava Boeri —. Al posto delle due vele, che sono state parte dell’origine dell’incendio, l’edificio sarebbe stato coperto dal verde, conservando così la fisionomia originaria». L’idea di Alfonso Femia era che «qualsiasi progetto sia un progetto pubblico, che entra in un contesto di rigenerazione urbana». 
Alla fine la scelta del Comitato Antonini 32, che già nelle sue intenzioni nei mesi scorsi aveva deciso di «privilegiare un progetto che avesse dato la priorità a caratteristiche funzionali, tecnologiche e green nel contesto di un quartiere oggetto di grande riqualificazione, vicinissimo allo Scalo Romana e Symbiosis». In un circolo virtuoso, Torre Antonini non pagherà inoltre gli oneri di urbanizzazione del suolo pubblico del futuro cantiere che ammontano a circa 300mila euro all’anno. È la sintesi della delibera approvata nello scorso ottobre dalla giunta di Palazzo Marino. Il budget stimato per il rifacimento delle parti danneggiate dall’incendio è di circa 26 milioni di euro che saranno versati dall’assicurazione. 
Architetto di fama internazionale, Marco Piva ha firmato opere in molte parti del mondo, con centri residenziali a Pechino, Osaka e Abu Dhabi oltre a molti edifici pubblici in Estremo Oriente. A Milano di recente ha presentato il primo progetto immobiliare «Syre» legato alla riqualificazione urbana e residenziale nel contesto del quartiere di San Siro.

Vai alla scheda dello studio di progettazione: STUDIO MARCO PIVA