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6 luglio 2017

“Torino fa scuola”, iniziando dal basso

La maggior parte degli edifici scolastici deve essere riqualificata. Ora, lasciamo a riposo per un istante i tecnici: perché non chiedere direttamente ad alunni, insegnanti e genitori di trovare idee innovative? Come dovrebbe essere la scuola ideale per chi la scuola la vive e la fa? Con questo spirito è nato il progetto “Torino Fa Scuola”, promosso da Compagnia di San Paolo e Fondazione Agnelli. Il progetto, a tutta prima, è un consueto concorso per architetti; sottotraccia interseca invero l’architettura con il sociale e la pedagogia. “Torino fa scuola” è un modello inedito di collaborazione fra pubblico e privato. 
Nel 2015, le due fondazioni hanno individuato a Torino due scuole medie, paradigmatiche per l’edilizia scolastica italiana: la Enrico Fermi, di fine 800, e la Giovanni Pascoli, degli anni 60. Per due anni, le istituzioni si sono impegnate con i due Istituti a promuovere concetti di rinnovamento scolastico attraverso seminari e visite di casi esemplari. In un percorso corale e partecipativo, pedagogisti e architetti hanno organizzato laboratori con i ragazzi e i docenti, basati sull’ascolto e la raccolta d’istanze provenienti “dal basso”. Dopo adeguati studi di fattibilità, le idee si sono tradotte in concreto linguaggio architettonico, procedendo con la stesura del concetto pedagogico per ciascuna scuola. 
L’assunto è che la scuola del futuro dovrà essere: 
innovativa: le scuole realizzate oggi ospiteranno gli studenti e gli insegnanti dei prossimi 30, 40 anni e dovranno rispondere alle nuove esigenze didattiche; 
condivisa: occorre progettare con chi vive e lavora negli spazi, per trovare soluzioni realmente utili e sostenibili; 
replicabile: il progetto torinese è un incubatore di processi e idee per tutto il patrimonio scolastico italiano. 
A dicembre sono stati lanciati i concorsi per gli architetti: i vincitori saranno annunciati il prossimo 12 luglio. Da quel momento, le due fondazioni, senza scopo di lucro, realizzeranno in solido l’intervento sui due beni pubblici, restituendoli rinnovati.