9 ottobre 2019

Sostenibilità e innovazione: cinque cementifici aprono le porte per far conoscere le qualità dei materiali

Porte aperte in cinque cementifici italiani per far capire ai cittadini che i principali materiali da costruzioni, cemento e calcestruzzo, sono sostenibili grazie alle tecnologie e alle innovazioni introdotte dai produttori.
Cinque tra i più importanti cementifici in Italia si aprono al grande pubblico, per la prima volta in contemporanea, in occasione dell'iniziativa Porte Aperte promossa da Federbeton – federazione rappresentativa della filiera italiana del cemento e del calcestruzzo – e da Aitec, che riunisce i produttori nazionali di cemento. Un'opportunità per scoprire come nasce il cemento, prodotto indispensabile per la realizzazione di infrastrutture alla base della vita economica e civile del Paese: dai viadotti alle ferrovie, dagli ospedali alle scuole, fino all'edilizia pubblica e privata. «Con questa iniziativa Porte Aperte abbiamo il piacere di incontrare le comunità locali per far conoscere il nostro impegno nel generare valore condiviso in termini di qualità del materiale, di sicurezza e salute per i dipendenti, di sviluppo per il Paese e i territori, di economia sostenibile per l'industria, le comunità e l'ambiente(..) », sottolinea il Presidente di Federbeton Roberto Callieri. In occasione degli eventi, Federbeton presenta il Rapporto di Sostenibilità 2018, realizzato sulla base dei dati raccolti presso le aziende riunite in Aitec: la rilevazione del Rapporto si riferisce al periodo 2016-2018 e mette a fuoco il contributo del settore del cemento alla sostenibilità e più in generale all'economia circolare, in termini di risultati tangibili e potenzialità ulteriori. 
Nel ciclo di produzione del cemento è possibile sostituire i combustibili fossili con combustibili alternativi (sostituzione calorica), generando così un triplice vantaggio ambientale: riduzione dell'impatto ambientale di altri processi produttivi, recuperando come combustibile alternativo scarti industriali, che altrimenti non sarebbe possibile riciclare; riduzione dei rifiuti destinati a processi di trattamento meno efficienti (termovalorizzazione) o alla discarica (che genera emissioni di CO2 e metano con notevoli effetti climalteranti); riduzione dell'apporto di CO2 in atmosfera. Proprio grazie alla sostituzione di parte dei combustibili fossili, anche con biomasse, il settore del cemento ha contribuito alla riduzione della CO2 emessa in atmosfera, in misura crescente rispetto agli anni precedenti: -8,9% di CO2 rispetto al 2017. Nel 2018, le calorie di origine fossile sostituite ammontano al 19,7% del totale (17,3% nel 2017), corrispondenti a più di 387.000 tonnellate di combustibili alternativi utilizzati. A causa di ostacoli normativi e burocratici, nonché diffidenza verso questa pratica virtuosa, l'Italia è ancora lontana dalla media europea che si attesta al 46% di sostituzione calorica (Germania 66%; Austria 79%). Grazie all'impegno delle aziende nel continuo miglioramento del processo produttivo e agli investimenti in tecnologie innovative sono stati raggiunti importanti traguardi di riduzione delle emissioni.