Proseguiamo la nostra analisi sull’evoluzione dei processi immobiliari che a partire da oltre un decennio si sono affacciati sul nostro mercato con il racconto di una esperienza che rappresenta per l’Italia una assoluta novità. Con Patrick M. Parkinson di Real Care parliamo dello sviluppo immobiliare legato a nuove forme di residenza per persone over 65.
Paolo Righetti: Patrick come nasce questa tua idea innovativa di sviluppo e in che cosa consiste?Patrick
M. Parkinson: Direi che arriva da una intuizione avuta mentre osservavo
un complesso abbandonato in pieno centro a Milano. Mi sono domandato
cosa farei di quell’edificio? Ma me lo sono domandato partendo dal
mercato, da quello che il mercato milanese e poi italiano pensavo
potesse chiedere di nuovo ma allo stesso tempo utile e apprezzato.
PR: Partire dal “mercato” anziché?PP:
Quello che intendo è che spesso l’operazione immobiliare si muove
partendo da presupposti completamente diversi, ovvero tipicamente il
fatto di avere un’area e di avere della volumetria a disposizione e a
quel punto ci si chiede cosa farne. Il nostro approccio invece parte da
una analisi di quello che il mercato chiede.
Nel caso di questo progetto
abbiamo messo al centro dell’idea le esigenze delle persone over 65.
Abbiamo osservato il mercato e abbiamo visto che mancava un prodotto
specifico per questo segmento della popolazione. Infatti l’offerta in
costante crescita è quella delle RSA, ma non è presente sul mercato
una proposta per persone più giovani.
Nelle RSA la permanenza media è
purtroppo molto limitata nel tempo, e si aggira intorno ai sei mesi.
Ci siamo quindi chiesti perché mancasse un prodotto per persone che
trascorressero molto più tempo in una struttura che però non doveva
avere le caratteristiche di una residenza protetta. Abbiamo cercato di
capire se l’Italia non fosse ancora pronta per un prodotto del
genere. Indubbiamente la struttura tradizionale della famiglia italiana
fino a un recente passato offriva alle persone in età avanzata una rete
di protezione e aiuto che consentiva o incoraggiava le persone a
proseguire con la precedente esperienza abitativa fino appunto ad una
età molto avanzata, e quindi la successiva destinazione era, spesso
proprio per un brevissimo periodo, la RSA.
Oggi però è importante
registrare, soprattutto in alcune città del nostro paese come Milano,
che sempre più spesso le scelte di vita più contemporanee, famiglie
con meno figli, una maggiore mobilità talvolta anche all’estero, fanno
venire meno quella vicinanza con i propri cari che nel passato era
possibile garantire. Specchio di questo l’aumento delle badanti. Ecco
quindi quei segnali dal mercato che abbiamo raccolto e analizzato.
PR: Quindi avete messo a fuoco una specifica proposta immobiliare. In cosa consiste esattamente?
PP:
Abbiamo capito che prima della RSA le persone della terza e quarta età
potevano trasferirsi in una casa di proprietà, che avrebbero
utilizzato non più per qualche mese ma addirittura potenzialmente per
qualche decennio. Si tratta di complessi che già esistono in altri
paesi e sono classificati come Senior Living.