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10 maggio 2017

Senior Living. intervista a Patrick M. Parkinson di Real Care

Proseguiamo la nostra analisi sull’evoluzione dei processi immobiliari che a partire da oltre un decennio si sono affacciati sul nostro mercato con il racconto di una esperienza che rappresenta per l’Italia una assoluta novità. Con Patrick M. Parkinson di Real Care parliamo dello sviluppo immobiliare legato a nuove forme di residenza per persone over 65.
Paolo Righetti: Patrick come nasce questa tua idea innovativa di sviluppo e in che cosa consiste?
Patrick M. Parkinson: Direi che arriva da una intuizione avuta mentre osservavo un complesso abbandonato in pieno centro a Milano. Mi sono domandato cosa farei di quell’edificio? Ma me lo sono domandato partendo dal mercato, da quello che il mercato milanese e poi italiano pensavo potesse chiedere di nuovo ma allo stesso tempo utile e apprezzato.

PR: Partire dal “mercato” anziché?
PP: Quello che intendo è che spesso l’operazione immobiliare si muove partendo da presupposti completamente diversi, ovvero tipicamente il fatto di avere un’area e di avere della volumetria a disposizione e a quel punto ci si chiede cosa farne. Il nostro approccio invece parte da una analisi di quello che il mercato chiede.
Nel caso di questo progetto abbiamo messo al centro dell’idea le esigenze delle persone over 65. Abbiamo osservato il mercato e abbiamo visto che mancava un prodotto specifico per questo segmento della popolazione. Infatti l’offerta in costante crescita è quella delle RSA, ma non è presente sul mercato una proposta per persone più giovani.
Nelle RSA la permanenza media è purtroppo molto limitata nel tempo, e si aggira intorno ai sei mesi. Ci siamo quindi chiesti perché mancasse un prodotto per persone che trascorressero molto più tempo in una struttura che però non doveva avere le caratteristiche di una residenza protetta. Abbiamo cercato di capire se l’Italia non fosse ancora pronta per un prodotto del genere. Indubbiamente la struttura tradizionale della famiglia italiana fino a un recente passato offriva alle persone in età avanzata una rete di protezione e aiuto che consentiva o incoraggiava le persone a proseguire con la precedente esperienza abitativa fino appunto ad una età molto avanzata, e quindi la successiva destinazione era, spesso proprio per un brevissimo periodo, la RSA.
Oggi però è importante registrare, soprattutto in alcune città del nostro paese come Milano, che sempre più spesso le scelte di vita più contemporanee, famiglie con meno figli, una maggiore mobilità talvolta anche all’estero, fanno venire meno quella vicinanza con i propri cari che nel passato era possibile garantire. Specchio di questo l’aumento delle badanti. Ecco quindi quei segnali dal mercato che abbiamo raccolto e analizzato.

PR: Quindi avete messo a fuoco una specifica proposta immobiliare. In cosa consiste esattamente?
PP:
Abbiamo capito che prima della RSA le persone della terza e quarta età potevano trasferirsi in una casa di proprietà, che avrebbero utilizzato non più per qualche mese ma addirittura potenzialmente per qualche decennio. Si tratta di complessi che già esistono in altri paesi e sono classificati come Senior Living.
Pubblicato su Modulo 407, maggio/giugno 2017