Il progetto presentato dal team guidato dagli italiani J+S e One Works interpreta e trasforma le richieste del Cagliari calcio nei 4 elementi cardine dello stadio: un edificio che porta in sé la storia e l’orgoglio della Sardegna, capace al contempo di posizionarsi quale standard di riferimento che guarda al futuro.
Un complesso funzionale ed efficiente, che sappia distinguersi per sostenibilità economica e, soprattutto, ambientale; una struttura in grado di attrarre e farsi vivere da un’ampia tipologia di pubblico, anche al di fuori dei match-days; e, infine, un impianto in grado di dialogare costantemente con il tessuto circostante, interpretando un ruolo-chiave nell’avvio di un processo di rigenerazione urbana fondato su uno scambio costante e di animazione reciproca con il territorio.
La storia e l’orgoglio di una Sardegna che guarda al futuro
Il progetto fonda la propria identità sulla bandiera dei 4 mori, simbolo di una storia di vittorie e attaccamento al territorio ma, soprattutto, di orgoglio. E’ proprio la benda che cinge la testa dei mori il primo forte elemento riconoscibile del progetto; un elemento che contiene e avvolge completamente il leggero catino dello stadio, conferendogli personalità e una forte identità, e rappresentando al contempo una immagine vibrante ed una superficie flessibile, personalizzabile e animata. Per questo si prevede di trattare le facciate in forma adattiva, perché possano cambiare colorazione in relazione agli eventi sportivi o di diverso tipo di intrattenimento, e perché possano interagire con la struttura interna e l’esterno urbano, a seconda delle condizioni climatiche, regolando la ventilazione naturale e interagendo con l’azione del vento. Nello specifico, l’uso di membrane di nuova generazione potrà essere integrato al fotovoltaico o sviluppato con l’applicazione di tessuti “intelligenti” per utilizzi sempre più innovativi.
Sarà proprio la
possibilità di animare la facciata esterna, in combinazione con un sistema di illuminazione articolato, che consentirà all’impianto affacciato sul golfo di trasformarsi in landmark, un riferimento spaziale riconoscibile dal mare e dalla città. Non un edificio chiuso e autoreferenziale, ma aperto al contesto urbano. Un vero e proprio faro che, pur capace di posizionarsi come lo stato dell’arte per la tipologia di stadi con capienza fino ai 30.000 spettatori, per la sua forte identità locale non potrebbe sorgere in
alcun altro luogo in italia e nel mondo.
Un complesso funzionale che si distingue per sostenibilità economica e ambientale
Il nuovo stadio proietta Cagliari nel futuro, ma raccoglie simbolicamente l’eredità dell’esistente sant’elia, sorgendo letteralmente su di esso. Infatti, parte dei materiali derivanti dalla demolizione contribuiranno alla costruzione di un vero e proprio basamento, il podium, generando efficienza economica e riducendo l’impatto ambientale. L’impianto rettangolare si ammorbidisce e si disarticola così nel suo basamento modificando la sua morfologia, attraverso una deformazione topografica ed una stratificazione geologica, con svuotamenti o tagli che definiscono grandi piani inclinati che lo connettono alla quota dell’intorno e altri volumi che emergono dando vita a nuove funzioni complementari. Il podium diventa il catalizzatore urbano, l’elemento dove si stratificano tutte le relazioni sociali. un terrapieno che si
svela di volta in volta per mostrare i suoi contenuti, sia quelli direttamente connessi al funzionamento dell’impianto che quelli complementari: commerciali, di servizi e socio-culturali. E’ l’elemento che raccoglie ed accoglie i tifosi e i visitatori, favorendo l’accessibilità e facilitandone i flussi.
Il risultato è una nuova archeologia integrata con il contesto, dove ogni funzione genera spazi, anche destinati ad uso civico, di intrattenimento e cultura, e percorsi quasi sotterranei che raggiungono il
cuore centrale del campo di gioco e il catino dello stadio. Oltre al volume dello stadio, il podium accoglie numerose funzioni che contribuiscono a mediare la sua relazione con il waterfront, attraverso elementi volumetrici che hanno una loro autonomia: l’hotel & SPA, il business center sopra il museo locale, il piccolo volume vetrato che identifica il museo
del Cagliari calcio con il fan shop, la nuova palestra per la boxe, il disco-club e il poliambulatorio.
Una struttura in grado di attrarre e farsi vivere da un’ampia tipologia di pubblico, anche al di fuori dei match-day
Cuore dell’impianto è il catino. pensato per essere concepito come un elemento flessibile, il catino emerge simbolicamente come un elemento di riferimento del territorio che, come un moderno nuraghe, stabilisce relazioni e misura lo spazio. progettato per ospitare 24.000 spettatori, è predisposto per essere facilmente ampliato a 30.000, senza alcuna modifica volumetrica, così da poter accogliere anche eventi di scala europea. La mainstand sarà dotata di tutte le funzioni per garantire un livello di ospitalità secondo i più elevati standard internazionali e includerà servizi di ristorazione, convegnistica, museali e di intrattenimento, che vanno ben oltre le esigenze di accoglienza nelle giornate di match. Saranno infatti proprio questi elementi di attrazione a permettere allo stadio di vivere ogni singolo giorno dell’anno e di essere fruito dall’intera città, oltre che dai tifosi. E’ nella convinzione di poter esprimere tutto questo potenziale di attrazione che nel perimetro dello stadio si prevede anche la realizzazione di un hotel di qualità e all’esterno, lungo il waterfront, l’inserimento di funzioni leisure, quali il surf-park, lo skate-park, il bike-circuit, il kids park oltre ad altre attività sportive e ludico-ricreative, così da implementare al massimo il “sistema stadio”.
Un ruolo chiave nell’avvio di un processo di metamorfosi urbana Il quarto, ultimo e fondamentale elemento caratterizzante e unificante del progetto, è la grande
copertura rettangolare, che conferisce dinamicità e leggerezza, copre il catino, e sporge sul podium
offrendo riparo anche agli spazi esterni.
Tuttavia la copertura ha una funzione ancora più importante, molto più simbolica e strategica:
contenendo infatti la dispersione luminosa verso l’alto la riflette, amplificando l’effetto di faro
dell’impianto. La luce viene reindirizzata sia verso il basso, illuminando indirettamente l’intero
podio con una cascata luminosa che valorizza la stratigrafia e la sedimentazione dei vari elementi
architettonici, sia in senso orizzontale, innescando di fatto il dialogo con il territorio. E’ così che
la copertura da segno lineare e contemporaneo si trasforma nel più forte elemento di apertura e
scambio con la città pensato per dialogare col territorio.
L’integrazione di tutti questi fattori punta a creare un nuovo e riconoscibile stadio e un più ampio
complesso in grado di offrire una memorabile esperienza ai tifosi, così come numerosi altri
significativi vantaggi all’intera comunità locale, creando una vera e propria destinazione di nuova
generazione secondo gli standard internazionali per lo sport e l’intrattenimento, e al contempo
simbolo della storia e orgoglio dell’Isola.