Un modulo abitativo in legno che poggia su piedi metallici, a cui si può accedere attraverso un portellone-rampa che permette ai visitatori di entrare e vivere qualche istante immersi in un futuro prossimo, suggestivo e amico del pianeta.
Il progetto, che sarà visibile durante la
Design Week in Piazza Castello a Milano dal 17 al 22 aprile 2018, nasce dall’idea di creare un “organismo autosufficiente” capace di sfruttare il sole e la fotosintesi per produrre energia, cibo, ossigeno e acqua necessari al supporto vitale di chi lo occupa. Il progetto è la tappa finale di un percorso che ha visto gli studenti del Master Smart Buildings and Sustainable Design dello IED impegnati nella progettazione di soluzioni innovative da applicare a uno dei più antichi metodi di costruzione in legno, il sistema Blockhaus.
“Il sistema Blockhaus – racconta Oskar Schenk, Direttore Vendite e Marketing di Rubner Haus – è una tecnica di costruzione in legno antica che prevede che, in cantiere, le assi in legno di abete massiccio o lamellare vengano impilate orizzontalmente una sull’altra, fissate da scanalature e da linguette di giunzione per poi essere unite negli angoli con incastri a pettine. L’obiettivo della partnership tra Rubner Haus e IED era quello di sviluppare una ricerca formale e tecnologica che potesse arricchire il sistema Blockhaus con contenuti di innovazione. Quel che ne è venuto fuori, Rubner Haus Spaceship, rappresenta la visione di Rubner Haus rispetto all’architettura del futuro, una visione che coniuga l’utilizzo di un materiale millenario come il legno secondo i codici di una progettazione parametrica generativa, con le più innovative strategie e tecnologie di bio-costruzione.”
“Compito dei 9 studenti internazionali del Master, divisi in 3 team diversi – spiegano Paolo Scoglio e Cesare Griffa, progettisti e docenti IED – era quello di progettare un modulo abitativo in legno che fosse ecosostenibile e che utilizzasse la tecnologia Rubner secondo nuovi parametri di innovazione. I risultati proposti al termine del Master sono stati veri e propri riflettori accesi sul potenziale di questa tecnologia: connessione angolare libera a due e a tre incastri, connessione parete-copertura piana, connessione parete-copertura inclinata, zona buffer, lavorazione di superficie interna ed esterna degli elementi lignei orizzontali, integrazione con l’arredo ligneo. Rubner Haus Spaceship dimostra quindi come un sistema costruttivo tradizionale possa essere re-interpretato con gli strumenti della progettazione e della lavorazione più evoluti, realizzando architetture in legno con repertorio formale illimitato”.
Rubner Haus Spaceship, un sistema vitale e autosufficiente
Rubner Haus Spaceship è stato ideato come contenitore intelligente di processi vitali e si configura come modulo passivo, implementabile con tecnologie bio-responsive che gli consentano di reagire attivamente agli stimoli ambientali del contesto ospitante.
Le pareti laterali sono rivestite internamente da un orto verticale in cui si coltivano verdure, fonte di proteine vegetali dall’alto valore nutritivo (fagioli, zucche, soia) e ricche in aminoacidi, vitamine e pigmenti antiossidanti (carote, zucchine, spinaci).
È presente anche un sistema per la coltivazione di micro-alghe edibili (Spirulina e Chlorella) anch’esse ricche di proteine vegetali e di acidi grassi polinsaturi come gli Omega 3. Questa tipologia di cibo è raccomandata anche dall’OMS, in quanto alla base di una alimentazione equilibrata indispensabile per una vita in salute e capace di ridurre sensibilmente l’incidenza di malattie cardiovascolari e di tumori, e capace di rallentare considerevolmente l’invecchiamento delle cellule. Le piante e le alghe presenti in un ambiente così ristretto sono peraltro elementi fondamentali per la rigenerazione dell’aria attraverso l’assorbimento dell’anidride carbonica prodotta dalla respirazione, e la produzione di ossigeno. La serra solare presente sulla coda della nave permette inoltre un sistema di purificazione naturale.
L’acqua necessaria perché tutto ciò possa avvenire è raccolta dalla pioggia e conservata in un serbatoio posizionato sotto la navicella, che viene poi incanalata in un sistema di irrigazione automatizzato da piccole pompe a consumo ridotto. La luce, altra componente fondamentale dei processi fotosintetici, è quella naturale del sole integrata da sistemi puntuali a LED nelle zone meno illuminate e nel setup notturno.
Il sistema energetico
La quantità di energia richiesta per il funzionamento della Rubner Haus Spaceship è ridotta al minimo indispensabile grazie a una serie di attenzioni indirizzate per ottimizzare il comportamento passivo della struttura. La serra solare posta sulla coda diventa, in caso di necessità, una fonte di calore che può essere usata per climatizzare, attraverso un sistema di ventilazione naturale, il resto dell’abitacolo.
Una coppia di estrattori di aria “air exaust” posizionati in copertura alle due estremità del modulo hanno invece il compito di evacuare l’aria calda in caso di sovra riscaldamento.
Rubner Haus Spaceship utilizza unicamente energia elettrica prodotta dal sole grazie a un sistema di pannelli fotovoltaici ad alto rendimento integrati in copertura e viene raccolta da una batteria domestica tipo Tesla Powerwall.
L’obiettivo è quello di raggiungere il 100% di autoalimentazione prodotta interamente da energia solare rinnovabile: di giorno, i pannelli producono l’energia necessaria al funzionamento dei sistemi attivi, e l’energia in eccesso è immagazzinata nella batteria per essere utilizzata di notte o in periodi di maltempo.