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24 aprile 2024

PrismaLab di Prato è vincitore del premio BIG SEE Architecture Award 2024 per la sezione “Public, cultural buildings and infrastructure buildings”.

Importante esempio di rigenerazione urbana, PrismaLab nasce dalla riqualificazione di un ex opificio in disuso acquisito dal Comune di Prato grazie all'intervento di rigenerazione urbana PIU PRATO finanziato coi fondi del POR FESR 2014/2020 nel quartiere Macrolotto Zero.
PrismaLab è stato realizzato dallo studio Pianificazione degli Spazi Pubblici del Comune di Prato, dagli architetti Michela Brachi, Massimo Fabbri e dall’ingegnere Alessandro Pazzagli. Il progetto si inserisce nel più ampio piano di ripensamento urbanistico, sociale e culturale di Prato, che ha avviato, negli scorsi anni, un progetto di rigenerazione e proiezione della città nel futuro.
 
PrismaLab è oggi un vivace centro a servizio della città di Prato e del suo tessuto produttivo capace di riqualificare e rivitalizzare un’area dismessa della città con spazi di studio, lavoro e relax per tutti. Qui, in 1000 mq., trovano infatti sede le attività promosse dal Comune di Prato per il sostegno all'imprenditorialità, in particolare a quella giovanile, grazie all'area startup con due grandi sale di  coworking e al Punto Giovani Europa – Informagiovani, oltre a funzioni di carattere socio-culturale e spazio eventi. È aperto anche per attività di studio e consultazione della medialibrary. È dotato di un bar, spazi di socialità e relax. All’esterno la piazza pubblica con panchine e alberi è un frequentato luogo di aggregazione giovanile e non solo.
 
Dall’inconfondibile profilo avveniristico che richiama le fabbriche tessili, PrismaLab è situato nel quartiere Macrolotto Zero, dalla forte connotazione industriale, ricucendo lo spazio tra le due arterie principali, via Filzi e via Pistoiese, creando la prima pubblica piazza della zona restituendo alla collettività edifici e spazi  con elementi e architetture dal carattere contemporaneo e dalla forte identità. Tutto il processo progettuale, alle varie scale di intervento, ha seguito una matrice culturale ben identificata con l’operare alla “Pratese”, coincidente con l’impronta e l’identità locale abituata da sempre all’utilizzazione ed alla ottimizzazione delle risorse naturali disponibili ed al recupero e riuso delle materie attraverso l’applicazione di metodi e tecnologie moderne, ad utilizzare risorse passate con metodologie moderne per proiettare la città verso il futuro.