La business school del Politecnico di Milano grazie alla progettazione della società internazionale di architettura ha ideato un mix perfetto tra l’esperienza didattica in presenza e da remoto
Capsule per isolarsi in sessioni di coaching, aule ibride, multifunzionali e flessibili per lezioni da remoto e in presenza, atmosfere informali per la nuova sede di POLIMI a Milano sui Navigli progettata da Il Prisma, società internazionale di architettura e design con dna italiano. La sfida de Il Prisma è stata tradurre il fondamento della business school in un luogo di commistione e di community. Uno spazio capace di creare sinergia tra i suoi vari stakeholder.
Il risultato è un campus dove ispirazione, innovazione tecnologica e una dimensione umana fatta di relazioni autentiche e spontaneità, confluiscono insieme per fornire la migliore esperienza ibrida della didattica in presenza e da remoto. L’architettura apre una riflessione su come i luoghi deputati alla formazione, con il loro senso e significato, siano in grado di superare le pure peculiarità geometriche e architettoniche. Oltre la tipologia, ci si interroga sul rapporto tra contenuto e contenitore, attraverso il design.
Fare partnership mettendo al centro il rapporto personale e umano prima che di business, e dare forma concreta e sostenibile al futuro: sono questi i drivers strategici che guidano la progettazione del nuovo spazio.
• Il concept progettuale: A foundry of hand-made future si rifà al purpose stesso di POLIMI GSoMcherecita, Inspiring and partnering with innovators to shape a better future for all.
• Area Welcome: il lessico architettonico dello spazio si relaziona con il contesto in cui l’edificio si inserisce. Il look and feel che si respira al suo interno, infatti, evoca le atmosfere informali, dagli accenti industrial e underground, dei Navigli.
• L’environmental branding, che ha l’obiettivo di veicolare una serie di messaggi e frasi valoriali per stimolare coinvolgimento ed enfatizzare la nuova identità del brand, è stato, in parte, curato da Il Prisma, in particolare, le scritte a terra, come quelle all’inizio e alla fine della scala in metallo costruita ad hoc per esaltare il senso di dinamismo.
• L’approccio Worksphere: gli spazi ancillari che si diramano fra le aule dei piani terra, primo e secondo sono progettati con l’approccio Worksphere, con dei work setting concepiti per ogni tipologia di lavoro – da quelle più esplorative e di brainstorming, alla creazione e messa a punto di progetti – con l’obiettivo di stimolare incontri spontanei, commistione e contaminazione di idee, e trasmettere un senso di collettività.
• Le Capsule: sono uno degli spazi chiave. Collocate al secondo piano, si possono prenotare per isolarsi, fare una sessione di coaching con un mentore in presenza o da remoto, o un’autovalutazione, supportati da futuristici strumenti digitali.
• Le Multipurpose rooms (MPR): cinque in tutto, sono aule progettate per assicurare la massima flessibilità spaziale, tecnologica e funzionale, con l’obiettivo di offrire la migliore esperienza didattica, in presenza e a distanza, e costituiscono il core della business school.
• Il design: il piano terra e il primo sono uniti da un fil-rouge di colori e materiali, seppur mixati in maniera differente. L’aspetto industriale mantenuto grazie alla presenza metallica e impianti a vista, è contrastato dal calore materico di legno e dal verde, che sembra nascere in maniera spontanea, proprio come gli incontri che avvengono in questo luogo.
• Segnaletica inclusiva: studiato ad hoc, il sistema di wayfinding è concepito per essere il più inclusivo possibile, tenendo conto di tutte le tipologie di disabilità; la segnaletica principale è affiancata dalle indicazioni in codice Braille e dai cartellini appositi per i disabili in carrozzina che possono avere una diversa percezione dello spazio.