In un palazzo storico nel centro di Torino, l’intervento di DAP studio ha riconvertito e valorizzato i sette piani per farne un una residenza universitaria ben al di sopra dei consueti standard architettonici e compositivi.
Approfittando del lockdown, DAP studio è tornato a Torino a immortalare il frutto di un programma che prevedeva la totale trasformazione e il ritorno all’antico splendore di un palazzo di metà Ottocento, sito tra piazza Castello e Porta Susa.
Una posizione strategica che la proprietà, la Reale Immobili, ha inteso valorizzare sia come patrimonio sia come utilizzo, chiedendone la conversione in residenza universitaria – dandola in gestione all’operatore del settore Camplus - e riconoscendo il valore delle proposte della firma progettuale milanese, nonché la sua esperienza nel tema del riuso e l’acceso interesse nel vivere contemporaneo.
Si tratta di un’operazione che ha coinvolto in profondità l’intero edificio di 2.500mq, nei suoi 7 piani – compresi i sottotetti e il piano interrato – nella completa revisione della distribuzione degli spazi interni e nel recupero delle facciate di pregio.
Lo strip out iniziale ha eliminato tutte le partizioni interne non strutturali, recuperando l’impianto originario, già oggetto nel Novecento di diversi interventi edilizi, e riportato alla luce elementi di qualità ricoperti da tempo, come i soffitti a botte e a crociera, e le murature a mattoni pieni, prima soffocate dagli intonaci.
L’intervento di DAP studio ha previsto che gli spazi comuni e di relazione si concentrassero al piano terra, nel cortile interno - trasformato in spazio di socialità - e al piano interrato. Un interrato nel quale sono stati realizzati una palestra, la lavanderia, una sala studio e un’area relax, oltre ai locali tecnici.
L’ingresso alla residenza universitaria è stato pensato come uno spazio di attesa e relazione collegato al locale reception. Il secondo accesso, dedicato agli spazi comuni, è speculare a esso e identico nei materiali, e si trova sul lato opposto dell’androne. Androne che è stato pensato come una strada interna – pedonale e carrabile -, con un preciso valore urbano, cui si affacciano le entrate. Questo spazio funge da collettore e fulcro di tutto il sistema distributivo di accesso al palazzo storico.
Sono 19 gli appartamenti realizzati – di cui la firma milanese ha progettato il taglio, i colori, l’illuminazione e il layout tra il primo piano e il sottotetto (4 unità per piano e 3 nel sottotetto), per un massimo di 82 utenti: sono bilocali e trilocali, tutti dotati di servizi igienici.
Il dialogo tra la struttura storica e i nuovi interventi è enfatizzato, negli spazi comuni, dalla massività delle murature in mattoni faccia a vista cui è stato accostato il ferro nero, sia nel rivestimento delle pareti sia nei parapetti. Questi e altri interventi architettonici puntuali – innesti cromatici e illuminazione, anzitutto - e di significativo impatto hanno raggiunto l’obiettivo di definire una precisa identità al palazzo.
Grande attenzione è stata posta ai temi del comfort abitativo, coniugando tecnologie impiantistiche non invasive dalla marcata performance energetica che consente di abbattere il carico termico estivo e invernale in un’ottica generale di contenimento di costi e consumi.