Il bilancio dell’anno 2023 tracciato dall’Osservatorio OICE/Informatel sulle gare per servizi di ingegneria e architettura (compresa la progettazione esecutiva affidata con gli appalti integrati) è ancora largamente positivo, anche grazie agli interventi del PNRR, visto che rimane molto vicino all'anno boom 2022 e questo nonostante si registri un calo del 15,7% rispetto al 2022, più forte soprattutto nel secondo semestre: il totale del valore per servizi tecnici immessi nel mercato pubblico nel 2023, comprendendo i 3.824,4 milioni derivati dai bandi di architettura e ingegneria e i 1.041,1 milioni di servizi tecnici contenuti negli appalti integrati, è stato infatti pari a 4.875,6 milioni. Se prendiamo in considerazione i bandi per soli servizi tecnici (senza appalti integrati), il calo sul 2022 è del 13,3%.
Per il numero di procedure sopra soglia UE (215.000 euro) il calo rispetto al 2022 è invece più significativo: nel 2023 sono solo 1.710, nel 2022 erano state 2.433, -29,7%. E’ evidente come un calo così vistoso sia dovuto al ricorso al frazionamento artificioso dei bandi per rientrare nella fascia degli affidamenti diretti (fino a 140.000 euro). Gli affidamenti diretti, anche se a volte previo sondaggio del mercato, sotto i 140.000 euro - per i quali OICE tratta dal mese di ottobre anche gli open data di ANAC, classificandoli per i propri associati - da ottobre a dicembre sono stati 1.528, il 78,7% del numero totale, per 75,9 milioni di euro, l'8,9% del valore totale. Se prendiamo in considerazione l'intero 2023 in questa fascia gli affidamenti sono stati 2.549, il 54,7% del numero totale, per un valore di 132,9 milioni di euro, il 3,5% del valore totale; tra questi bandi quelli di sola progettazione sono 1.305 per 70,1 milioni di euro, il 57,8% in numero e il 5,5% in valore.
“Si chiude un anno complicato per il mercato pubblico dei servizi tecnici - ha dichiarato il Presidente dell’OICE Giorgio Lupoi, a commento dei dati dell'Osservatorio - ma se guardiamo al trend degli ultimi 5 anni è evidente come la domanda pubblica rimanga assai elevata, oltre il doppio del 2021. Le profonde e, in qualche caso, controverse modifiche normative, il travaglio sulla gestazione del PNRR, e le incertezze di parte delle amministrazioni non hanno aiutato un mercato che sembrava uscito dalle grandi difficoltà della pandemia in maniera brillante. C’è stata indubbiamente una marcia indietro imputabile certamente alle incertezze nell’avvio della nuova disciplina del decreto 36, cui si è in qualche modo aggiunta qualche altra incertezza nell’applicazione delle disposizioni sull’equo compenso e nella definizione dei requisiti di accesso alle gare frutto di una scelta a nostro avviso profondamente errata compiuta con il decreto 36. Molta attenzione si dovrà prestare all’impatto sulle stazioni appaltanti della digitalizzazione completa del ciclo di vita dell’appalto (dalla pubblicità delle gare in poi). Si tratta della sfida più importante lanciata con il decreto 36 che confidiamo possa essere superata con l’impegno di tutti perché da essa passa la strada per una maggiore semplificazione e trasparenza del mercato. Riteniamo però che alcune scelte fatte con il decreto 36 debbano essere rapidamente riviste, a partire dai requisiti richiesti su base triennale e non decennale e dalla necessità di ripristinare un quadro di regole ad hoc per il nostro settore, previste per oltre 25 anni e cancellate con il nuovo codice. Ne va della certezza del diritto, un elemento fondamentale per assicurare regole chiare in grado di attrarre anche investimenti stranieri. Con il nostro bando-tipo, in attesa di quello dell’Anac, abbiamo cercato di ripristinare alcune indicazioni in senso pro concorrenziale; occorre poi rapidamente rivedere il c.d. decreto parametri sia per adeguarlo ai nuovi contenuti dei progetti, sia per introdurre prestazioni finora non previste o non valorizzate adeguatamente.”
Le gare di sola progettazione con importo maggiore di 140.000 euro pubblicate ai sensi del D.lgs 36/23 da luglio a dicembre sono state 175, di queste 107 con richiesta di ribasso unico (sul compenso a base d'asta e sulle spese) e soltanto 47 quelle in cui si chiede il ribasso solo sulle spese e si lascia fisso il compenso (21 non citano le modalità di ribasso). Per la richiesta dei requisiti tecnici in 92 gare le stazioni appaltanti fanno riferimento a 3 anni, in 22 gare si chiedono 5 anni e in 44 gare 10 anni, in 17 manca la richiesta dei requisiti tecnici. Per i requisiti economico finanziari 87 gare fanno riferimento a 3 anni, 3 gare a 5 anni, 8 gare a 10 anni, 1 ai migliori 4 degli ultimi 8, 29 ai migliori 3 anni degli ultimi 5; in 46 gare manca la richiesta dei requisiti.
Analizzando i dati dell'ultimo mese è invece molto negativo il valore delle gare di sola progettazione: 77,4 milioni di euro contro i 135,8 milioni di dicembre 2022 (‐43,0%); rispetto allo scorso mese di novembre il valore recupera del 37,0%. Complessivamente il 2023, per la sola progettazione, si chiude con dati in forte calo: 2.257 bandi per 1.282,6 milioni; il confronto con il 2022 vede il numero calare del 31,8% e il valore del 27,6%.
Sono invece in campo positivo a dicembre i dati che riguardano tutti i servizi di ingegneria e architettura: il numero dei bandi arriva a 612, con un valore di 557,5 milioni, rispetto al mese di novembre -5,3% in numero ma +242,0% in valore; il confronto con il mese di dicembre 2022 vede incrementi del 24,1% nel numero e 21,1% nel valore. Nel 2023 tutti i servizi di ingegneria e architettura registrano cali nel confronto con il 2022: -12,7% nel numero dei bandi, passati da 5.335 nel 2022 a 4.660 nel 2023, e del 13,3% nel loro valore, da 4.421,8 milioni nel 2022 a 3.834,4 milioni nel 2023.
Nel mese di dicembre 2023 le gare rilevate per appalti integrati sono state 138, tutte con valore noto per un importo complessivo dei lavori di 1.705,4 milioni di euro e con un importo dei servizi compresi stimato in 31,7 milioni di euro. Rispetto al mese di dicembre 2022, il numero è sceso del 67,6%, il valore dei lavori è sceso dell’84,7%, e il valore dei servizi è anch’esso calato dell’88,2%. Nei dodici mesi del 2023 le gare rilevate per appalti integrati sono state 1.885, +50,3% sul 2022, con un valore di 28.738,1 milioni di lavori (-11,8%) e 1.041,1 milioni di servizi (-23,7%). Dei 1.885 bandi 230 hanno riguardato i settori speciali, per 458,6 milioni di euro di servizi, e 1.665 i settori ordinari, per 582,5 milioni di euro di servizi.
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