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21 giugno 2022

NASCONO NUOVI SPAZI DELL’ALTA FORMAZIONE: I CASI DI SDA BOCCONI (A ROMA) E POLIMI GRADUATESCHOOL OF MANAGEMENT

Attraverso il progetto si mettono in campo dei linguaggi innovativi al servizio della formazione del manager del futuro.
È la strategia della società internazionale di architettura e design, con Dna italiano, Il Prisma, che in questi ultimi anni si è dedicata a “disegnare” e reinterpretare, i luoghi dell’alta formazione delle più rinomate università italiane. Il contagio tra diverse generazioni di studenti, tra studenti e professori, tra differenti dipartimenti, ma anche la contaminazione tra gli spazi dell’accademia se i luoghi della città, sono le coordinate dello sviluppo architettonico delle nuove aule studiate per SDA Bocconi, con sede a Roma, e per il POLIMI Graduate School of Management a Milano, entrambi interventi dello studio Il Prisma, quasi al traguardo. Serendipity (dare senso più all’innesco che alla forma, dare voce ai sentieri dei desideri), walkability (con un nuovo concetto di biblioteca) ed experience (per l’unicità del campus, la riconoscibilità, parlare al cuore e ai sensi), sono le tre parole chiave della “filosofia Il Prisma”.

Presupposto fondativo della “filosofia Il Prisma” è quello di considerare l’individuo come attore protagonista di un processo (design human life), ma soprattutto considerare lo spazio educativo come un sistema dinamico. Ecco che nella dialettica assumono un ruolo determinante alcune componenti del progetto, come l’uso della luce naturale e quella artificiale, la definizione di luoghi per la concentrazione e altri per la socializzazione, il design di spazi ibridi, che in modo determinante possono influire sulle modalità di apprendimento. 
Peri pedagogisti contemporanei lo spazio è il terzo educatore. Il mondo dell’architettura apre una riflessione su come i luoghi deputati alla formazione, con il loro senso e significato, siano in grado di superare le pure peculiarità geometriche e architettoniche. Oltre la tipologia, ci si interroga sul rapporto tra contenuto e contenitore, con un dialogo costruttivo tra architettura e design.

«Lo spazio è un ingrediente importante affinché una relazione possa avvenire, fondamentale per la costruzione di un’alleanza educativa intergenerazionale. Deve consentire alle persone di lavorare insieme. La progettazione degli spazi educativi è una sfida e un’opportunità, proprio oggi che gli studenti vengano a giocare un ruolo sempre più attivo, collaborativo e partecipativo», spiega Tommaso Agasisti, associate Dean for Internationalization and Quality, Polimi Graduate School of Management.  Anche l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nell’ultimo decennio ha focalizzato la sua attenzione sul rapporto tra le architetture e i processi di apprendimento, mettendo in evidenza l’importanza di porre il paradigma pedagogico-didattico al centro dell’analisi e della progettazione degli ambienti della formazione e dell’educazione. Ogni università che punta ad essere un’eccellenza internazionale oggi deve fare i conti anche con la qualità e il benessere della sua “casa”: aule, laboratori e residenze sono elementi identitari, per riuscire ad attrarre studenti e docenti di tutto il mondo. A Milano e Roma le tendenze del futuro.

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