Il quartiere Crocetta a Modena, lo Zen e Medaglie d'Oro a Palermo e a Padova il quartiere Guizza. Sono questi i nuovi terreni di sperimentazione per i giovani progettisti selezionati quest'anno per lavorare al programma del G124, il gruppo di lavoro impegnato sulle periferie, creato da Renzo Piano da quando nel 2013 è stato nominato senatore a vita.
Parte attiva anche quest'anno sono le università, con il coinvolgimento degli Atenei di Bologna, Padova e Palermo, ciascuno dei quali, attraverso un bando pubblico, ha selezionato quattro neolaureati le cui borse di studio, come nelle passate esperienze del G124, sono interamente finanziate da Piano con il suo stipendio da senatore. Quest'anno i micro-cantieri andranno di pari passo con il tema della riforestazione urbana. Per questo i tre gruppi di lavoro potranno contare sulla collaborazione di Stefano Mancuso, scienziato e massimo esperto di neurobiologia vegetale, docente all'Università di Firenze e direttore dell'International laboratory of plant neurobiology (Linv) con sedi a Firenze e Kitakyushu.
«Quest'anno ci dà una mano Stefano Mancuso in qualità di scienziato, ma non è "solo" uno scienziato, è un umanista e l'umanesimo è quello che ci guida. Porterà nei tre progetti tracce di sapienza nei confronti della natura e del verde», afferma Renzo Piano rivolgendosi ai dodici ragazzi collegati in teleconferenza con il senatore. «Non a caso - continua l'architetto - vogliamo lasciare una traccia durevole, seppur modesta, nei tre quartieri di queste tre città: Modena, Padova e Palermo. Questa traccia, fisica e reale, sarà arricchita da una missione naturale legata alla forestazione delle città e delle periferie. Deve anche essere una traccia profonda, affinché la gente se ne prenda cura. Per questo avete già lavorato alla ricerca di energie, delle "scintille" che già esistono in questi luoghi. Se non si trovano queste "scintille", e se non gli si dà forza, la traccia non serve perché sparisce immediatamente».
Punto di partenza anche quest'anno è lo studio dei territori interessati, andando a scovare le vocazioni e le energie umane e sociali che possano favorire piccole azioni, partecipate, basate sulla progettazione dal basso, che dovranno tradursi concretamente in micro-cantieri e quindi in micro-architetture (da realizzare in auto-costruzione e auto-finanziamento) capaci di migliorare la fruizione e magari la vivibilità dei luoghi, portando all'attenzione alcune problematiche comuni a molti territori fragili del Paese.