Una piazza con copertura in vetro sorretta da una griglia di travi e pilastri, che si apre alla città e ne diventa parte attiva, connettendosi con i diversi spazi interni ed esterni al museo, lungo una sorta di asse urbano.
Un nuovo spazio organizzato su due piani, climatizzato e accogliente, aperto anche oltre l’orario di visita delle collezioni, in cui usufruire di caffetteria, bookshop, spazio incontri e da cui accedere al giardino egizio e al Tempio di Ellesjia, che apre gratuitamente al pubblico. Sono le linee principali del progetto dello studio Oma - Office for Metropolitan Architecture di Rotterdam, vincitore del concorso internazionale Egizio 2024 per l’ampliamento e il rinnovamento della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili e la riorganizzazione degli spazi del museo, in vista delle celebrazioni del bicentenario.
Ieri la proclamazione da parte dei presidenti della commissione giudicatrice Marco Albini, del Museo Egizio Evelina Christillin e della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo. La realizzazione del progetto costerà 12,5 milioni, mentre la fase del concorso, con una spesa del 10% di quella complessiva, è stata “donata” dalla stessa Compagnia. La fondazione ha adottato una forma di mecenatismo culturale che ha permesso di snellire le procedure e abbreviare i tempi, per arrivare puntuali all’appuntamento del prossimo anno. Al concorso, pubblicato lo scorso luglio sulla piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano, hanno aderito 34 gruppi di progettisti, dei quali sono stati ammessi alla fase finale in cinque. Secondo si è classificato il giapponese Kengo Kuma, al terzo e quarto posto due squadre di torinesi, Giuseppe Bove e Marco Brugo di Ai Engineering e Carlo Ratti. Quinti i norvegesi guidati da Jette Cathrin Hopp –Snohetta.
“Abbiamo voluto collegare l’Egizio alla città e agli altri luoghi di cultura di cui Torino è così ricca, tra questi l’Accademia delle Scienze - commenta David Gianotten, numero uno del team vincitore. - Ogni parte sarà raggiunta dalla nuova piazza, dal giardino egizio fino alla parallela via Duse, dove si aprirà un nuovo ingresso al museo”.
Tra gli obiettivi del concorso c’è stato quello di valorizzare il Tempio di Ellesija, donato dal governo egiziano all’Italia nel 1970 come riconoscimento per la partecipazione del nostro Paese al salvataggio dei templi della Nubia, in seguito alla costruzione della diga di Assuan. Mentre tra le novità c’è la creazione nel piano ipogeo dell’edificio, prima occupato dalla biglietteria, di una sala espositiva virtuale e immersiva, in cui fare rivivere il paesaggio egiziano in cui sono stati trovati i reperti, restituendo loro un contesto.
“Doniamo oggi al Museo Egizio, alla Città e ai suoi cittadini un progetto di grande qualità che guarda al futuro in un’ottica inclusiva, sostenibile e accessibile” afferma Francesco Profumo. "Siamo consapevoli che offrire al pubblico e agli studiosi una visione dell’Egizio e dell'archeologia più moderna e inserita nella contemporaneità significa attrarre i migliori talenti internazionali, in diversi campi, non solo nell’egittologia - commentano Evelina Christillin e il direttore Christian Greco - Il museo si pone obiettivi sempre più ambiziosi nel campo della ricerca, dell'accessibilità e dell'inclusione. E proprio in questa direzione va il progetto della copertura della corte barocca, che trasformerà l’ingresso dell’Egizio in una nuova agorà accessibile gratuitamente a tutti”.