Modulo: Una committenza particolare, partiamo da qui. Quali sono le premesse al progetto? E come si è sviluppato il rapporto con la committenza?
Claudia Clemente, Francesco Isidori: La premessa operativa è stato un concorso a inviti. Bandito nel 2005 dalla G.D. e gestito in prima persona dal Presidente di questa società - Isabella Seràgnoli - abbiamo vinto il concorso, sviluppato il progetto e dato il via ai lavori.
Durante le fasi di sviluppo e dell’iniziale cantierizzazione la committenza ha affinato i propri obiettivi, definendo un programma che non ha mutato radicalmente la proposta presenta inizialmente, ma ampliato le superfici per accogliere le funzioni ospitate dall’edificio.
Questa linearità di comportamento è legata alla coerenza della scelta: il committente aveva già individuato il progetto che più degli altri fosse in grado di rispondere alle istanze funzionali e all’esigenza identitaria. Un’esigenza complessa di ibridazione tra il mondo privato dell’azienda e quello pubblico del contesto urbano. All’edificio si chiede di essere un’interfaccia tra pubblico e privato e di esprimere la propria originalità attraverso l’armonizzazione delle componenti funzionali e morfologiche, un oggetto aperto e disponibile al dialogo.
Modulo: Lo sviluppo dell’edificio è molto complesso in termini di lay out distributivo …
Claudia Clemente, Francesco Isidori: Sì, la complessità delle relazioni e dei collegamenti dipende dall’esigenza di mescolare e sovrapporre funzioni molto diverse in spazi che si accostano sequenzialmente. A partire dal piano terreno Mast ospita un ristorante aziendale, una sala espositiva, ambienti di servizio, una palestra e un asilo nido dotato di un ampio giardino. Al piano superiore, 2 sale per esposizione con annessi e una caffetteria; l’ultimo piano è occupato da una serie di aule, da un ampio foyer e da un auditorium per 400 persone. Sotto quota, tre piani di parcheggi. Accostare le volumetrie e collegare, creando percorsi fluidi è stata una vera e propria sfida progettuale.
Modulo: Sotto il profilo del risparmio energetico? La domanda può risultare scontata, ma è stato necessario sacrificare qualche aspetto compositivo per mantenere il rigore assoluto in tema di risparmio energetico?
Claudia Clemente, Francesco Isidori: Il risparmio energetico è un dato di progetto fondamentale. Così concepito il tema energetico non richiede sacrifici compositivi o distributivi, ma semplicemente pensiero. L’edificio deve essere un edificio intelligente alla nascita.
I temi energetici e dell’accessibilità devono essere vissuti come pre requisiti e sviluppati in una dinamica di integrazione nel progetto. Non devono e non possono essere elementi ostensivi di un’architettura virtuosa per dichiarazioni d’intenti.
Modulo: Torniamo agli aspetti architettonici dell’intervento, ai materiali scelti per l’involucro …
Claudia Clemente, Francesco Isidori: Il vetro serigrafato che contraddistingue tutto l’edificio è stato individuato perché soddisfa le esigenze tecnologiche dell’involucro: la serigrafia elimina la necessità della schermatura, pur consentendo dall’interno una totale trasparenza. L’intercapedine ventilata, in inverno, riesce a mitigare il clima.
La scelta di una superficie quasi unificata, eccezion fatta per alcuni tratti opachi, conferisce all’edificio un aspetto omogeneo. L’edificio si fa sfondo, non si tratta di un’architettura “urlata” e neppure è stato scelto un vocabolario materico eclatante.
Un’architettura minimale, un edificio che è di servizio alla comunità e proprio per questo si propone con una neutralità di fondo per consentire all’utente, all’uomo di essere il protagonista.
Anche per quanto riguarda le scelte illuminotecniche , il progetto della luce si integra con quello l’architettura, senza eccessi o concessioni a risvolti spettacolari.
E’ un concept complessivo, una linea progettuale che indica e realizza un’architettura dove lo spazio, le persone - e non l’immagine - sono centrali.
da Modulo 387